“Furbetti”: via agli interrogatori. In Procura i primi sospettati. La difesa: «Mai saltata la fila»

“Furbetti”: via agli interrogatori. In Procura i primi sospettati. La difesa: «Mai saltata la fila»
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Venerdì 30 Aprile 2021, 17:26

Sono in corso negli uffici della Procura di Bari gli interrogatori dei primi 27 presunti «furbetti» dei vaccini identificati e indagati dai magistrati baresi, su un totale di 53 persone iscritte sul registro degli indagati dalla magistratura del capoluogo di regione. Nella lista figurano anche gli imprenditori baresi Domenico e Luigi De Bartolomeo (il primo ex presidente di Confindustria Puglia) e Nicola Canonico e il sindaco di Noicattaro Raimondo Innamorato. A sentire le loro ragioni sono il procuratore facente funzione Roberto Rossi insieme con l'aggiunto Alessio Coccioli e il pm Baldo Pisani.

La difesa degli indagati

«Hanno chiarito come, chi e quando li ha convocati per la somministrazione delle dosi. Nessuno di loro ha saltato la fila o fatto il furbetto» ha dichiarato l'avvocato Michele Laforgia, difensore dei tre imprenditori indagati, lasciando il palazzo di giustizia dopo gli interrogatori. Tutti e tre hanno inoltre documentato di aver in corso cantieri all'interno di ospedali di Bari e anche di altre regioni d'Italia. Tra gli indagati ascoltati oggi ci sono anche dipendenti di ditte che si occupano di servizi per conto di ospedali cittadini, come ad esempio il trasporto di medicinali Covid.

Le ipotesi di reato

Nei confronti di tutti loro vengono al momento ipotizzati i reati di violazione del piano vaccinale nazionale che stabiliva l'ordine di priorità della categoria di cittadini da vaccinare, false dichiarazioni sulla identità, truffa aggravata ai danni del Sistema sanitario nazionale e falso ideologico. Le indagini dei carabinieri avrebbero accertato che i 53 in questione (ma le verifiche sono ancora in corso e potrebbero esserci altri sviluppi) nelle prime settimane di campagna vaccinale, a gennaio, avrebbero ricevuto dosi di vaccino anti-Covid pur non essendo esposti a rischio biologico e pur non rientrando nelle categorie a rischio inserite nella primissima fase, quella riservata a operatori sanitari e anziani delle Rsa. 

Le spiegazioni già fornite

I De Bartolomeo, già sentiti dal Nas come persone informate dei fatti, avevavo subito spiegato che la loro azienda, la Debar, lavorava in quel periodo alla ristrutturazione dell’ospedale San Paolo e per questo furono chiamati per essere vaccinati. La Cn Costruzioni di Nicola Canonico svolgeva lavori per il Policlinico e l’ospedale Di Venere. Anche il sindaco Innamorato credeva di aver già chiarito la sua posizione, avendo spiegato all’epoca di aver ricevuto il siero il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, perché erano venute meno alcune persone in lista ed era avanzata una dose che sarebbe stata buttata. “Ho appreso di essere coinvolto nell’indagine sui vaccinati fuori lista. Il 30 aprile sarò ascoltato per chiarire formalmente la mia posizione, già ampiamente rappresentata pubblicamente nei mesi scorsi”, aveva scritto su facebook Innamorato. “Avevo personalmente auspicato - aggiune Innamorato - di avere la possibilità di chiarire il prima possibile la mia assoluta buona fede e serenità d’animo in questa vicenda.

Fare chiarezza servirà a mettere la parola fine a questa vicenda e a ribadire la mia estraneità alle accuse che mi sono state rivolte in questi mesi”.

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