Non solo Masmec: tutte le eccellenze dell'area industriale di Bari in ottica Pnrr

Non solo Masmec: tutte le eccellenze dell'area industriale di Bari in ottica Pnrr
di Beppe STALLONE
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Giovedì 28 Ottobre 2021, 05:00

Due transizioni segneranno quest’epoca, la transizione digitale e quella ambientale. Ne ha parlato il premier Mario Draghi in visita due giorni fa a Bari. Le due sfide sono già cominciate ma ci vorranno alcuni anni prima di potersi dire concluse. L’Unione Europea dovrà investire 650 miliardi di euro all’anno fino al 2030. Per vincere le due sfide occorre costruire nuove infrastrutture, riconvertire il tessuto industriale e riallineare la domanda e l’offerta delle competenze. Parola di Draghi. Anche se sul riallineamento fra domanda e offerta formativa, l’economista Gianfranco Viesti sottolinea che sicuramente è bene investire nella formazione di tecnici specializzati, ma senza dimenticare tutta la filiera, dagli asili nido ai dottorati di ricerca. Insomma se la formazione di tecnici superiori è finalizzata solo al lavoro «le università non sono scuole di formazione professionale, devono fornire agli studenti una formazione ampia e non finalizzata solo al lavoro». Inoltre il professor Viesti rimarca che se si vogliono tecnici specializzati non li si può pagare mille euro al mese, altrimenti è chiaro che poi se li accaparreranno Francia e Germania. 

La visita alla Masmec

Una sfida per tutti a cominciare dalle imprese, alcune delle quali dovranno modernizzarsi, connettersi con gli istituti di formazione, le università, il territorio. Sotto questo aspetto le aziende dell’area metropolitana di Bari hanno già intrapreso questo percorso da diversi anni. L’altro giorno il presidente del Consiglio Draghi ha visitato la Masmec, un’azienda all’avanguardia rispetto a quei criteri di cui sopra, ma sicuramente non l’unica del consorzio Asi. «Non è l’unica ma – sottolinea il presidente di Confindustria Puglia Sergio Fontana - è una delle aziende più importanti che abbiamo e che ha saputo puntare su innovazione, ricerca e internazionalizzazione».

Le altre eccellenze

Eccellenze ce ne sono. Oltre la Masmec per esempio c’è la Merck- Serono, azienda farmaceutica che «sta facendo investimenti per decine di milioni di euro. Ha realizzato – prosegue Fontana - una struttura stupenda e poi la Magna (ex Getrag) e la TD Bosch». Si tratta di aziende che fanno parte dell’agglomerato Bari-Modugno del Consorzio Asi, un’area industriale fra le più grandi del Mezzogiorno e dell’Adriatico, 300 siti in esercizio fra stabilimenti industriali, aziende artigiane, postazioni di imprese di logistica e sede di imprese edili, con circa 12mila occupati diretti e nell’indotto, senza includere in questo novero i centri commerciali di piccole e grandi dimensioni. Nell’agglomerato Bari-Modugno si sono insediati negli anni, 25 medi e grandi gruppi italiani ed esteri, Alstom, Nuovo Pignone, Bridgestone, Fassa-Bortolo, Graziano Trasmissioni, Isotta Fraschini, Magneti Marelli, Merck, solo per citarne alcuni. 1.650 ettari che ospitano aziende della meccanica, la prima per numero di addetti (automotive, veicoli ecologici, cisterne, macchine olearie, materiali ferroviari ecc); chimica, industria editoriale, agroalimentare, energia, ICT, servizi municipali (Amiu, Amtab, Amgas), servizi ecologici, servizi alle imprese.

E per avere un’idea indicativa della forza produttiva dell’agglomerato Bari-Modugno basta dare un’occhiata ai fatturati (anno 2019) di alcune aziende che hanno sede legale nell’area, tenendo presente che molto hanno sede legale altrove. La Merck ha un fatturato da 1.000 milioni di euro, Magna (automotive) 875,4; Ladisa (ristorazione) 150,4; Bridgestone (Pneumatici) 127,8; Amtab (trasporto urbano) 44,6; Bosch (31, 9); Debar (edilizia) 29,1; Masmec 29,1 (leggi “L’agglomerato di Bari-Modugno del Consorzio Asi: motore di sviluppo dell’area mediterranea”, Federico Pirro). 


Accanto a questi colossi «ci sono altre piccole e medie imprese che stanno crescendo – riprende Fontana. - Io rappresento la Farmalabor. Oggi siamo una media impresa e stiamo cercando di fare il salto per diventare grande impresa, cosa resa possibile grazie a innovazione, ricerca, internazionalizzazione e sviluppo del capitale umano, i ragazzi che vengono dagli ITS (Istituti Tecnici Superiori) o da università».
È anche vero però che se si devono utilizzare questi tecnici specializzati bisogna anche retribuirli adeguatamente altrimenti vanno in Germania e Francia. «Certo – risponde Fontana – il capitale umano deve essere utilizzato e non sfruttato». Un’opportunità unica tenendo presente i soldi del PNRR che potranno agevolare le transizioni. «I fondi del PNRR dovranno: primo, essere spesi e se non abbiamo progetti non sarà facile; secondo, bisognerà spenderli entro il 2026; terzo, dovremo spenderli bene. Se grazie all’utilizzo di questi fondi colmeremo il divario fra nord e sud avremo vantaggi enormi e potremo competere alla pari con gli altri».

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