La Regione Puglia ha dato il via libera all’inceneritore dei rifiuti da realizzare nella zona industriale tra Bari e Modugno, concedendo la proroga della valutazione di impatto ambientale all’impianto che sarà creato dalla NewO di Foggia. Tutto ciò, nonostante la netta opposizione del sindaco di Bari Antonio Decaro e del comitato di cittadini che ha protestato non solo verbalmente ma con tanto di ricorso al Tar, che, nel dicembre 2021, aveva annullato il provvedimento della Regione Puglia. Decisione, però, poi ribaltata dal Consiglio di Stato lo scorso 19 luglio.
La resa dei conti
L’inceneritore brucerà rifiuti urbani indifferenziati, pericolosi e no, mentre le tecnologie utilizzate saranno tra le più sofisticate nel campo dell’ossicombustione, tramite ossigeno, e per questa ragione definite “sicure” dalla NewO.
Decaro
Ma Antonio Decaro non ci sta: «Prendo atto che, ancora una volta, nella vicenda dell’impianto di ossicombustione - sottolinea - non si tenga conto delle posizioni espresse dai sindaci dei territori coinvolti, sia nelle diverse procedure regionali sia nelle aule giudiziarie». Il sindaco sottolinea come «la proroga della Via disposta senza alcun approfondimento dagli uffici regionali, è inoltre ancora più preoccupante perché non tiene assolutamente in considerazione gli elementi che le comunità interessate hanno fornito successivamente al momento della decisione regionale di autorizzare questo impianto, la cui tecnologia non è mai stata sperimentata su scala industriale in nessuna parte al mondo. A questo – dice il sindaco - si aggiunge che gli uffici regionali non hanno fatto alcun approfondimento su tipologia, provenienza e modalità di trasporto dei rifiuti che saranno trattati dall’impianto visto che, rispetto alle previsioni della prima Via, è stato più volte chiarito che non si tratterà di rifiuti urbani», ha concluso il primo cittadino di Bari. Ma l’assessore regionale Anna Grazia Maraschio difende la posizione del massimo ente regionale: «Non c’è alcuna decisione politica sull’autorizzazione. Si è trattato di una proroga di Via - spiega la Maraschio - che non viene determinata da una valutazione politica né del presidente, né mia. La proroga, peraltro, è un atto amministrativo che prescinde da ogni tipo di valutazione tecnica, in quanto bisogna solo accertare che non siano intervenute norme o vincoli che, ad esempio, non consentirebbero più la realizzazione dell’intervento. Si tratta di un investimento privato che risald al 2018», conclude la Maraschio.