Bari, il Pd accelera sulle primarie. Intesa sulla data del 24 marzo ma non sui seggi: è braccio di ferro

Da sinistra, Vito Leccese e Michele Laforgia
Da sinistra, Vito Leccese e Michele Laforgia
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Lunedì 4 Marzo 2024, 18:53 - Ultimo aggiornamento: 20:22

Primarie il 24 marzo fra i papabili candidati sindaco Vito Leccese e Michele Laforgia? La proposta è lanciata, sebbene non metta tutti d'accordo. Ed è accompagnata dalla richiesta di predisporre sei seggi. A firmarla il segretario regionale del Pd pugliese, Domenico De Santis, il segretario provinciale Pd Bari, Pino Giulitto e il segretario cittadino Pd Bari, Gianfranco Todaro.

Si celebreranno il 24 marzo, domenica delle Palme, le primarie del centrosinistra. Il nodo della data, tutto sommato il più facile, è stato quindi sciolto. Il Partito democratico aveva indicato il 7, a poco più di 3 settimane dalla presentazione delle liste e a due mesi dal giorno del voto, la Convenzione avrebbe preferito il 17 marzo.

Però già dai due dibattiti nelle sedi sui media si era capito che una soluzione sulla data si sarebbe trovata. Certo qualche mal di pancia si registra. 

I dettagli

A opporsi a quella data è l’associazione politica Corsivo 2.0 dell’ex parlamentare Giusi Servodio. «Il 24 marzo è la domenica delle Palme, giorno importante per i cattolici baresi, festa legata alla ricorrenza ebraica di Sukkot “Festa della Capanne” durante la quale i fedeli salivano in pellegrinaggio al tempio di Gerusalemme portando un mazzetto di intrecciato di palme, mirto e salice. Viene preceduta dal rito della Madonna Addolorata, con processioni e accompagnamento delle confraternite e delle bande; anticipa i riti della Settimana Santa e della Domenica di Pasqua. Domenica 24 marzo è una data irricevibile per celebrare le “unitarie”».

Ma il vero problema che non consente, per ora, di giungere a una soluzione definitiva, è rappresentato dal numero dei seggi dove tenere le primarie. «Abbiamo accettato che le primarie, o unitarie che siano, - sottolineano in una nota congiunta i segretari Pd, De Santis, Giulitto e Todaro - vengano svolte il 24 marzo, giornata dedicata alla festività delle Palme. Ma ribadiamo con forza che solo una larga partecipazione della comunità del centrosinistra garantisce di mettere in assoluta minoranza chi vuole condizionare primarie o le elezioni vere. Di qui parte la nostra proposta di allestire seggi in tutta la città. Restringere la partecipazione dei cittadini vuol dire trasformare una grande festa democratica in un piccolo raduno di pochi. Così non saranno primarie, saranno elitarie. In una città che si estende per quasi 120 chilometri quadrati, con 320.000 abitanti, per svolgere una consultazione è necessario aprire almeno un seggio in ogni municipio e 2 seggi nel municipio più grande. Per un totale di 6». Sotto la soglia dei 6 insomma per il Pd non si scende.

«Abbiamo accettato – ribadiscono i 3 - la preregistrazione (consentendo che sia possibile farlo fino all’ultimo minuto del 24) e siamo d’accordo anche a trovare una soluzione tecnica per consentire il voto elettronico. Nessuno può quindi nutrire dubbi sulla nostra volontà di trovare un punto d’incontro. È di tutta evidenza la nostra volontà di mettere in campo ogni cautela per prevenire qualsivoglia "inquinamento". Ma questo non può essere confuso con la frapposizione di ostacoli alla partecipazione di quanta più gente possibile. Accedere a questa tesi significherebbe ritenere che la stessa partecipazione alle elezioni di giugno sia a “rischio” infiltrazioni perché ancora più estesa. Basta, quindi, con i veti, soprattutto sulla partecipazione. La consultazione – concludono i segretari - non può trasformarsi in una corsa ad ostacoli. In città non esistono quartieri di serie A o di serie B». 
Sulla necessità di un’ampia partecipazione insiste anche il candidato sindaco Vito Leccese. «L’inquinamento del voto da parte della criminalità è un fenomeno grave che va limitato a tutti i costi. Ma non a costo della democrazia. A chi dice che la soluzione per allontanare i clan dalle urne è quella di ridurre la partecipazione, faccio notare che meno sono i voti dei cittadini, più si possono pilotare i risultati delle elezioni. E allora basta ipocrisie. Vogliamo combattere la compravendita dei voti? Puntiamo direttamente all’obiettivo. Estirpiamo dalla politica il trasformismo. Facciamolo tutti. E non a parole. Non con la diminuzione dei seggi. Con i fatti. Io per primo prendo qui pubblicamente l’impegno a non accettare l’appoggio di liste improvvisate, di personaggi senza esperienza né passione politica, opportunisti che con l’unico obiettivo di cercare uno stipendio facile si mettono al centro dello schieramento e si vendono al miglior offerente. Se verranno a chiedermi un posto in lista o a propormi un appoggio politico o elettorale, li caccerò a calci nel sedere, come ho già avuto modo di dire». «A differenza di Vito Leccese, io non prendo a calci nessuno – risponde Laforgia -. Del resto chi pensa di risolvere il problema dell’inquinamento del voto passando alle vie di fatto e non con le regole della consultazione nella migliore delle ipotesi prende in giro i suoi stessi sostenitori. Io ho fatto una proposta di mediazione semplice e ragionevole, sulla quale attendo la risposta del Partito democratico e di Vito Leccese. Ho proposto una pre registrazione per votare sino al giorno prima e la presenza di cinque seggi sul territorio, uno per Municipio, con il consenso del Movimento 5 Stelle». Conclusione per il Pd minimo 6 seggi, Convenzione da 1 sale a 5 seggi. Salterà tutto per 1 seggio?

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