Banfi si racconta al Bif&st. «Quando Modugno disse: questo sarà qualcuno»

Banfi si racconta al Bif&st. «Quando Modugno disse: questo sarà qualcuno»
di Luciana CICERONE
3 Minuti di Lettura
Giovedì 30 Settembre 2021, 22:41 - Ultimo aggiornamento: 23:38

Imperterrito, ma sempre con quella modestia e semplicità che lo contraddistingue da sempre, Lino Banfi è approdato – con i suoi 85 anni – sul palco del Teatro Petruzzelli. Precursore del Varietà, l’attore andriese ha tenuto, alle ore 10.30, la sua Masteclass, dopo la proiezione di “Il commissario Lo Gatto” (1986) di Dino Risi.

Aneddoti da una vita mai banale

Un recap di aneddoti della sua carriera, dai cinque anni in seminario alla profonda amicizia con Domenico Modugno. «Tornare al Petruzzelli è qualcosa di magnifico – ha spiegato l’attore durante la Masterclass –. Sono salito per la prima volta su questo palco nel 1964 grazie a Domenico Modugno. Abbiamo regalato moltissimo al pubblico in quegli anni. Ricordo che durante la passerella al Petruzzelli disse davanti a tutti: “Questo diventerà qualcuno fra non molto”. Io non diedi peso a questa frase, mio padre invece piangeva di gioia». Domenico Modugno ci aveva visto benissimo, perché non solo Banfi ha aperto la strada agli spettacoli di arte varia, ma è stato colui che ha portato “la pugliesità” nel cinema, preparando il terreno ai nuovi arrivati. Nessuno avrebbe mai pensato che un giorno la Puglia, con le sue tradizioni e dialetti, sarebbe arrivata sul grande schermo. Eppure, il nostro “nonno della nazionale italiana” ci è riuscito: «Credo di aver dato l’apertura di un eventuale sentiero che non c’era – ha spiegato –. Non abbiamo una drammaturgia pugliese alle spalle. Ho cominciato dall’avanspettacolo e devo dire che mi sono serviti molto quei quattro anni che ho passato in seminario. Credo di aver dato qualcosa al cinema italiano». Sicuramente, più di qualcosa: ha contribuito – con ironia e comicità – alla scoperta di una regione che merita di essere apprezzata in tutto il mondo. 

Il sogno di un film in Puglia

L’instancabile Banfi, attualmente, è al lavoro su più fronti per continuare a regalare emozioni: «Prima o poi girerò un film in Puglia – conclude –. Metterò al centro le nostre bellezze: dalla vendemmia agli ulivi secolari». Un amore sconfinato per le sue origini che lo porta a pensare in grande. 
Intanto Netflix gli ha proposto la realizzazione di una serie di telefilm o di fiction da protagonista: «Il nome che ho scelto e che ho depositato alla SIAE è “Varietà per varie età”. Io lo posso fare perché sono l’ultimo rimasto di quel mondo del Varietà ed è probabile che gireremo “Polvere di stelle” al Petruzzelli di Bari, ambientato (chi lo sa) all’epoca dell’ultima guerra. Il mondo del Varietà lo riprenderò in mano». Ancora Banfi nel pomeriggio, alle 15.30, al Teatro Margherita ha presentato, insieme all’autore Alfredo Baldi, il libro “Le molte vite di Lino Banfi” con l’autore Alfredo Baldi. L’unico libro che racconta tutta la vita e la carriera di un attore popolarissimo da generazioni e per un pubblico trasversale. Destinato alla carriera sacerdotale, all’età di quindici lasciò il seminario per dedicarsi alla sua vera passione: far divertire il pubblico da un palco. Il racconto di una carriera trionfale che dura ancora oggi.
Per concludere questo straordinario “Banfi Day” è arrivata la ciliegina sulla torta: alle 21.30, sempre nella meravigliosa cornice del Petruzzelli, Banfi ha ricevuto il Premio Bif&st alla carriera, precedendo la proiezione, per la sezione “Anteprime Internazional”, di “Robuste (Robust)” di Constance Meyer. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA 

© RIPRODUZIONE RISERVATA