La loro figlia adottiva ha sette anni e vive a Kanpur, a 500 chilometri da Delhi (India), ma a causa della pandemia non possono andare a prenderla per portarla a casa, in Italia. Una sentenza del Tribunale indiano, a fine gennaio, ha stabilito che quella bambina è figlia loro, di Pino Moramarco e Angela Calvi, una coppia di Modugno (Bari), da anni residente a Genova.
Pino e Angela, lui ingegnere, lei tecnico di laboratorio ma da alcuni anni casalinga e mamma a tempo pieno, sono alla loro seconda adozione. Hanno un figlio di origini cambogiane che oggi ha 12 anni, adottato nel 2010. A giugno 2017 hanno avviato nuovamente le pratiche per adottare un altro bambino. Due anni dopo hanno saputo che sarebbero diventati genitori di una bambina indiana di 6 anni. Siamo a giugno 2019. La burocrazia dei documenti da presentare, tradurre e autenticare, ha fatto passare altri mesi e il 16 gennaio 2020 mamma, papà e figlio sono andati in India per conoscere la loro bambina e presentarsi all’udienza di adozione davanti al Tribunale. Sono rimasti in India una settimana e poi sono tornati in Italia in attesa dei documenti, passaporto e certificato di nascita, e di essere richiamati per andarla a prendere.
La sentenza è arrivata a fine gennaio. Il passaporto a fine febbraio. Attendevano l’ultimo certificato che, stando alle previsioni, avrebbe dovuto essere pronto entro marzo, ma il lockdown per il coronavirus ha bloccato tutto.
Adottano una bambina indiana, ma la pandemia blocca tutto e non possono andare a prenderla
1 Minuto di Lettura
Martedì 12 Maggio 2020, 15:10
© RIPRODUZIONE RISERVATA