Marino, l'assessore Leonori: «Orfini ci ha detto: spiegategli che questa volta è finita davvero»

Marino, l'assessore Leonori: «Orfini ci ha detto: spiegategli che questa volta è finita davvero»
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 8 Ottobre 2015, 23:30 - Ultimo aggiornamento: 23:35
«Sono state ore tesissime». Pensare che ha rinunciato a un seggio in Parlamento e si è sorbita per mesi la protesta dei camion bar sotto la finestra dell’ufficio, dopo che li aveva costretti a liberare il Colosseo e altre aree di pregio. Marta Leonori, 37 anni, assessore alle Attività produttive, democrat e mariniana, una dei quattro che ha resistito per tutti i due anni e mezzo, ora svuota i cassetti. Cosa ha sbagliato Marino?

«Non aveva calcolato la complessità della situazione e la guerra che ci hanno fatto, dopo alcune nostre azioni. Anche la gestione della macchina del Comune andava completamente rivoluzionata, ma alcuni problemi sono venuti a galla solo con l’inchiesta Mafia Capitale».



Lei fino all’ultimo non ha abbandonato Marino.

«Come altri, ho dato la mia disponibilità a continuare, ma solo se ci fosse stata una maggioranza a sostenerci. A un certo punto non c’erano più le condizioni per proseguire».



Cosa vi ha detto Orfini, quando vi ha incontrato nel primo pomeriggio?

«Che non si poteva più andare avanti perché anche la fiducia del Pd stava venendo meno, ma che bisognava non disperdere l’importante lavoro avviato».



Come ricorderà questi due anni e mezzo in Campidoglio?

«Sono stati dei mesi faticosissimi, abbiamo dato il massimo, affrontando problemi irrisolti. Significa essere totalmente a disposizione della città, rinunciare a una vita privata».



Cosa ricorderà di questo periodo in Campidoglio?

«Le cose che sono riuscita a fare: penso allo spostamento dei camion bar, a Roma nessuno ci era riuscito. Abbiamo riportato ordine per quanto riguarda i cartelloni. Queste come altre sono azioni che creano reazioni, da parte di varie categorie, e l’effetto si è visto anche in questa campagna senza precedenti contro l’amministrazione. Anche la battaglia dei ricorsi al Tar che hanno presentato e che saranno discussi a fine mese lo spiega bene».



Cosa non ha funzionato? Al di là della vicenda delle spese di rappresentanza, in città c’è un forte scontento.

Uno dei problemi è stato comunicare quanto stavamo facendo. Ma era complicato: abbiamo preso delle decisioni, introdotto dei cambiamenti, che portano a dei contraccolpi nell’immediato. I risultati si vedranno con il tempo. Su decoro, camion bar, cartelloni, abbiamo fatto cose importantissime, ma se non riesci a spiegarlo ai romani, risulta tutto inutile».



Che errore rinunciare al Parlamento.

«Per la propria città si fa questo e altro».
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