Vino analcolico. Se ne parla in Europa, ma l'Italia (soprattutto Coldiretti) è contraria. L'idea di cui si parla è quella di togliere l'alcol dal vino per creare etichette più bevibili o addirittura analcoliche. Si chiamano vini dealcolati. E se ne discute da tempo a Bruxelles, ma negli ultimi giorni il dibattito è aumentato. Nell’ultima riunione dell’Ocm Vino la Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura avrebbe accolto la proposta della Commissione di ammettere, con alcune limitazioni, la pratica della dealcolazione del vino in tutti i Paesi dell’Unione Europea. E questo non solo per i vini da tavola, ma anche per le produzioni a denominazione d’origine, come proposto dal Parlamento Europeo.
Da chi viene la proposta - Sono alcuni paesi del Nord Europa che hanno portato avanti la proposta di togliere l'alcol dal vino.
Il problema – In un comunicato la Coldiretti attacca: «In questo modo viene permesso ancora di chiamare vino un prodotto in cui sono state del tutto compromesse le caratteristiche di naturalità – si legge –. Un inganno legalizzato, un grosso rischio e un precedente pericolosissimo che metterebbe fortemente a rischio l’identità del vino italiano e europeo, anche perché la definizione "naturale" e legale del vino vigente in Europa prevede il divieto di aggiungere acqua».
Quando si applicherebbe la nuova normativa - Sono ancora in fase di svolgimento i negoziati riguardo alla nuova Politica Agricola Comune europea (PAC), cioè la strategia pluriennale che i paesi dell’Unione Europea concordano per sostenere e indirizzare il settore agroalimentare europeo. Ed è su questa che si inserisce la proposta dei vini senza alcol. Si prevede che la nuova PAC dovrebbe entrare in vigore nel 2023, anche perché quella in vigore è stata prorogata fino al 2022.