Lo stress è nemico della salute e in questo scorcio d'autunno i motivi per sentirsi sotto pressione di certo non mancano. Preso a piccole dosi non rappresenta di per sé un problema, e può anche contribuire a migliorare le nostre performance sul lavoro, come nello studio. I problemi nascono quando il carico di stress aumenta a dismisura o, peggio, quando si prolunga nel tempo. Molti reagiscono somatizzandolo con mal di testa, dolori al collo e alle spalle, mal di schiena, tensione muscolare, palpitazioni. Ma uno dei bersagli preferiti dello stress è l'apparato gastro-intestinale, dove può manifestarsi con la comparsa di disturbi intestinali e mal di stomaco, ma anche andando a condizionare le nostre abitudini alimentari. Alcuni lamentano mancanza di appetito (mi si è chiuso lo stomaco), ma la maggior parte delle persone tende a compensare la tensione mangiando di più. E male.
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LO STUDIO
Una recente ricerca dell'Osservatorio Reale Mutua, realizzata in collaborazione con Slow Food, rivela che otto italiani su dieci, di fronte allo stress, non riescono più a controllare le loro scelte alimentari e cominciano a pasticciare con cibi poco salutari (33%) o a mangiare troppo (27%).
IL CORTISOLO
«Le condizioni di stress spiega il professor Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Medicina Interna inducono un cambiamento della secrezione degli ormoni dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene, con il risultato finale di un aumento del cortisolo, l'ormone dello stress per eccellenza. Il rilascio di cortisolo aumenta l'appetito e modifica la scelta dei cibi che si assumono, portando a privilegiare quelli ricchi di grassi e i dolci (craving), che riducono nel breve tempo la percezione dello stress e consentono di immagazzinare energia da utilizzare per mettere in atto reazioni di difesa, come la fuga o il combattimento. Un stress prolungato può generare la fame nervosa che è un fattore di rischio anche per la comparsa di disturbi alimentari come l'alimentazione incontrollata (binge eating). Di qui l'importanza di tenere sotto controllo lo stress cronico con la terapia comportamentale».
I CHILI
Concedersi per una volta una barretta di cioccolata dopo una giornata impossibile non deve portare a colpevolizzarsi. Ma la fame nervosa cronica però mette a rischio di prendere tanti chili indesiderati. E non solo perché si ingurgitano troppe calorie senza controllo, ma anche perché lo stress impatta sul nostro metabolismo. Un recente studio di Janice Kiecolt-Glaser e colleghi dell'Università dell'Ohio ha dimostrato che le persone stressate tendono a bruciare meno calorie dopo un pasto; gli autori hanno calcolato che si può arrivare a bruciare 104 Kcal in meno nelle sette ore successive ad un pasto. Che può sembrare poca cosa, ma che alla fine dell'anno si traduce in 5 chili di più.