Allarme farmaci anche in Puglia: 3200 quelli introvabili. Da Brufen a Tachipirina, ecco la lista dei mancanti. E come sostituirli

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La richiesta di Farmindustria

«Le aziende farmaceutiche stanno facendo ogni sforzo per garantire continuità di produzione e distribuzione dei farmaci, cercando di reperire principi attivi e materie prime su altri mercati, oltre a quelli in genere utilizzati». Ma «è importante aumentare l'autonomia dell'Italia nella produzione di principi attivi e packaging, che vedono in questo periodo una fortissima competizione a livello globale», spiega ad Ansa Marcello Cattani, presidente di Farmindustria. «Quello di ieri è stato un momento di confronto positivo tra i diversi stakeholder, da cui sono emerse situazioni da monitorare, ma non bisogna fare allarmismo. C'è stato negli ultimi mesi un trend in aumento della discontinuità di approvvigionamento con situazioni a macchia di leopardo. Ma dei 3.000 farmaci mancanti, 1.500 sono sostituibili e le carenze sono concentrate in alcune aree, ad esempio antidepressivi, antinfiammatori, antibiotici, neurolettici, diuretici». Quanto alle cause, «il nostro Paese ha prezzi medi dei farmaci più bassi in Europa, ma le carenze non sono imputabili all'export di questi prodotti». Il problema, invece, oltre all'aumento della domanda per le tante infezioni di Covid e influenza, è che «l'Italia è tra i principali produttori di farmaci ma dipende dall'estero per quanto riguarda i principi attivi e il materiale per il packaging. Alcuni paesi stanno investendo moltissimo sulla filiera per rendersi meno dipendenti dalle importazioni. In Italia si è iniziato un processo di localizzazione di principi attivi, ma serve tempo». Infine, per quanto riguarda la parte del problema legata ai ritardi della distribuzione, «è in progressivo miglioramento. La filiera - conclude Cattani - si sta riorganizzando rispetto al periodo di maggiore stress».

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