«Telefonia? Non solo. Il futuro è molto altro»

«Telefonia? Non solo. Il futuro è molto altro»
Un settore in rapidissima trasformazione quello della connettività e dell’intelligenza artificiale, sono mille le modalità telematiche che consentono di...

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Un settore in rapidissima trasformazione quello della connettività e dell’intelligenza artificiale, sono mille le modalità telematiche che consentono di migliorare le nostre vite e un team di studiosi e accademici è al lavoro per rendere il nostro futuro sempre più smart. 


Si parla di Information and Communication Technology e non solo, nel corso della riunione annuale del “Gtti - Gruppo Telecomunicazioni e Tecnologie dell’Informazione”, che quest’anno si tiene a Lecce dopo il lungo stop dovuto alla pandemia. Il confronto tra gli esperti del settore e i giovani laureati è iniziato ieri e si concluderà venerdì negli spazi dell’hotel Tiziano di via Porta d’Europa nel capoluogo salentino. Sono quattro gli organizzatori di questa importante tappa leccese degli “stati generali” del settore e si tratta dei docenti in Telecomunicazioni dell’Università del Salento Angelo Coluccia, Giuseppe Ricci, Francesco Bandiera e del ricercatore ingegner Alessio Fascista. L’Associazione “Gruppo Telecomunicazioni e Tecnologie dell’Informazione” è formato da docenti universitari, da ricercatori e da alcune aziende che operano nel settore delle telecomunicazioni, più in generale, nell’area dell’Ict - Information and Communication Technology - presso le Università italiane.

Gli obiettivi

«I nostri obiettivi sono quelli di favorire la ricerca nel settore delle telecomunicazioni, promuovere le nuove tecnologie, incrementare lo sviluppo sistemico, collaborare con altre associazione ed enti di ricerca che operano nel settore – sottolinea Coluccia, uno degli organizzatori - la riunione annuale è una prassi consolidata in ambito accademico per fare il punto della situazione sulla ricerca, ma anche sulla didattica che comprende nuovi corsi di laurea, le trasformazioni del mercato del lavoro, il loro impatto sui profili universitari oppure lo stato del piano di investimenti, le evoluzioni e i trend. Una vera sinergia tra gli aspetti della ricerca, quelli didattici e quello economico delle telecomunicazioni».

Sono circa 130 i partecipanti, «l’evento è pensato per gli studenti di dottorato, partecipano i laureati già ingegneri che vogliono continuare la formazione, inoltre abbiamo riscontrato grande partecipazione dei giovani (circa una cinquantina) che presentano i loro lavori» conferma Coluccia.
Il confronto è su tecnologie e sistemi di crescente importanza, dalle reti telefoniche alle reti per dati, da Internet alle reti cellulari, dalle comunicazioni satellitari ai sistemi telematici in genere, dai sistemi di telerilevamento basati su radar e su satellite alle tecnologie dei media e ai sistemi multimediali. «Stiamo affrontando tutti gli aspetti legati alla digitalizzazione e alla comunicazione remota - continua il professor Coluccia - parliamo di nuove frontiere dove da un lato c’è la ricerca universitaria, dall’altra le aziende che investono nel settore per avere uno sviluppo industriale. Al centro dei temi più importanti sicuramente la telefonia cellulare ma anche sistemi radar, sistemi satellitari per l’osservazione della terra e le telecomunicazioni». 

Al Gtti aderiscono anche Enti di Ricerca italiani, sia pubblici sia privati, e aziende nazionali e multinazionali dello stesso settore. Il Gruppo collabora con diverse associazioni e opera attraverso un Consiglio scientifico composto da rappresentanti di ogni Università, Ente di Ricerca e aziende e si fa promotore di iniziative a livello nazionale per diffondere la cultura e per promuovere la ricerca e la formazione nel campo delle telecomunicazioni e della telematica, con l’obiettivo di migliorare il patrimonio di competenze e di favorire l’interazione tra l’ambiente accademico e quello industriale. Una tre giorni legata al settore del futuro e al futuro del settore, se si pensa alle infinite possibilità di sviluppo e alle evoluzioni che ogni giorno viviamo sulla nostra pelle.

Intelligenza artificiale e "dopo-pandemia"

«Ci sono sempre più componenti legate all’intelligenza artificiale e alla connettività più che tra le persone tra le cose, per permettere di ottimizzare il più possibile la vita, - conclude Coluccia – nel futuro immaginiamo le auto che possono scambiarsi delle informazioni o dei dati che, grazie a delle nuove applicazioni, ad esempio in prossimità di un incrocio in cui non c’è visibilità, sono in grado di prevenire un incidente tramite i sistemi di bordo. Oppure edifici intelligenti che possano modificare le proprie caratteristiche per ottenere un maggiore efficientamento energetico, attraverso dei test di diagnostica automatici o dei sensori che possono essere scambiati con dei data center, al fine di permettere il monitoraggio della struttura. Le applicazioni possibili sono illimitate, noi non facciamo altro che mettere a punto tecnologie che sono a supporto di tanti verticals come trasporti, città intelligenti, industria, beni culturali, nuove forme di turismo. Ormai le telecomunicazioni sono uscite dal vecchio ambito solo telefonico, gli ambiti oggi sono molto più vari. La pandemia, ad esempio, ha enfatizzato il ruolo del collegamento a distanza, le piattaforme di streaming, le video chiamate, tutto questo si poggia su infrastrutture di telecomunicazioni. Questo periodo ci ha fatto scoprire l’importanza di elementi che davamo per scontati». 

Secondo il presidente dall’Associazione Gtti, il professor Riccardo Leonardi dell’Università di Brescia, «si sono aperte nuove e varie dimensioni su cui si dovrà lavorare in prospettiva, i sistemi di telecomunicazione per la formazione per esempio hanno mostrato i propri limiti ma potranno essere estesi e pensati».


«Ci vuole tanta passione per poter ripartire - conclude - abbiamo riscontrato una intensa partecipazione che dimostra la volontà di essere sul perno e voler comprendere ciò che avverrà in futuro. C’è tanto da migliorare e da conoscere nei nuovi utilizzi dell’intelligenza artificiale, faccio l’esempio delle comunicazioni green e a sostegno della natura, uno dei tanti strumenti e soluzioni alternativi che possiamo avere in questo settore». Leggi l'articolo completo su
Quotidiano Di Puglia