Acciaio green? Sì, ma in Belgio. Accordo di Mittal con Vestas. Taranto resta a secco

Le pale eoliche della Vestas
Le pale eoliche della Vestas
di Domenico PALMIOTTI
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Lunedì 22 Gennaio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 21:06


Vestas, la società danese specializzata nella costruzione di turbine e pale eoliche, ha un progetto comune con Arcelor Mittal. Ma sebbene Vestas sia presente da molti anni a Taranto con un grande stabilimento e ArcelorMittal controlli l’ex Ilva tramite Acciaierie d’Italia, società di cui è partner di maggioranza, la collaborazione non avviene qui, anche se i due siti industriali distano un chilometro l’uno dall’altro. Il progetto comune riguarda il Belgio.

Il progetto

Attraverso Mittal, Vestas ha lanciato infatti un’offerta di acciaio a basse emissioni che sta riducendo significativamente le emissioni di carbonio nella produzione delle torri eoliche. L'acciaio a basse emissioni è realizzato negli impianti di ArcelorMittal Industeel di Charleroi, utilizzando rottami 100% acciaio, fuso in un forno elettrico ad arco alimentato al 100% da energia eolica. Il perché questa partnership si faccia nel Nord Europa è che in Belgio il forno elettrico c’è già mentre a Taranto no. È previsto nei piani futuri, quelli del siderurgico decarbonizzato. Ma sono investimenti tutti da venire, di cui, al momento, non si scorge visibilità, né si può scorgere, considerata la pesante situazione dell’ex Ilva. Il messaggio da trarre, quindi, è che Mittal è attivo all’estero in chiave green ma non in Italia. Come insegna anche la vicenda di Dunkerque, in Francia, dove Mittal nei giorni scorsi ha annunciato un progetto da 1,8 miliardi di euro, per 800 milioni circa coperto dallo Stato, per la decarbonizzazione e i forni elettrici. Con la nuova tipologia di acciaio messa a punto a Charleroi, Vestas ha dichiarato che è stata ottenuta una riduzione del 66% dell’intensità di emissione per chilo di acciaio rispetto alla linea siderurgica convenzionale. Incorporando acciaio a basse emissioni nelle torri eoliche offshore, Vestas prevede una riduzione delle emissioni del 25% rispetto all’acciaio convenzionale e una riduzione del 52% per intere torri onshore. Il primo progetto per utilizzare acciaio a basse emissioni è il parco eolico offshore di BalticPower in Polonia.

La domanda per il porto

A Taranto, invece, Vestas ha ufficialmente presentato nella scorsa settimana all’Autorità portuale del Mar Ionio la domanda per ottenere in concessione l’area della piattaforma logistica. Confermato, quindi, quanto riportato da Quotidiano nell’edizione del 19 gennaio. La società, specializzata nella costruzione di pale eoliche, da molti anni a Taranto con uno stabilimento importante, ha avanzato all’Authority una domanda di concessione demaniale e non ha utilizzato la procedura delle Zone economiche speciali (Zes). Questo dovrebbe metterla al riparo da eventuali problemi o ritardi che dovessero sorgere nel cambio di sistema delle Zes, visto che si sta passando da singole Zone economiche speciali ad una unica per l’intero Sud.

Passaggio che vedrà la nuova struttura di missione in attività dall’1 marzo. Vestas, tuttavia, potrebbe chiedere le agevolazioni anche in un secondo momento. Alla società adesso interessa prendere l’area. Vestas propone un progetto di logistica integrata, di stoccaggio e movimentazione delle pale eoliche e userà i magazzini refrigerati della piattaforma logistica, per conservare alcuni materiali che servono alla produzione delle stesse pale. Già attualmente in Vestas avviene questo tipo di conservazione. C’è infatti bisogno di temperatura controllata per alcuni materiali usati. La previsione occupazionale di Vestas non è ufficialmente nota in quanto l’Authority deve prima fare la gara e l’occupazione è uno degli elementi di valutazione ai fini della concessione. Comunque dovrebbe essere, a quanto pare, attorno al centinaio di unità. Adesso l’Authority lancerà il bando attraverso la domanda di Vestas. Tempi previsti questa settimana o la successiva.

La procedura

L’istanza di Vestas rappresenterà l’avvio della procedura. Pertanto, chi fosse interessato alla stessa area, deve presentare le domande concorrenti entro 30 giorni dalla pubblicazione di quella della Vestas in modo che si possa poi fare un esame comparato. E non è escluso che ci possano essere altri potenziali investitori. Vestas ha formalizzato il suo interesse nero su bianco, tuttavia altri soggetti sono andati a visitare l’infrastruttura. Si tratta di operatori prevalentemente italiani.  Lo stabilimento di Taranto costruirà la pala eolica V236, al momento la più grande al mondo, della quale sono in corso i test nel centro di prova nazionale in Danimarca, e la scorsa estate la società ha annunciato il record mondiale per la maggior potenza di uscita da una singola turbina eolica in 24 ore: 363 megawatt-ore. La costruzione della pala in questione è stata avviata da poco, fine novembre-primi di dicembre, e a breve è atteso in azienda un importante cliente tedesco che seguirà nei prossimi anni lo sviluppo della commessa. L’annuncio che questa pala sarebbe stata prodotta anche a Taranto Vestas lo fece ai sindacati a settembre 2022. La produzione è quindi cominciata a Nakskov, in Danimarca, e la turbina prototipo é stata installata, completa delle sue sezioni, per effettuare le prove. La turbina eolica V236 è composta da tre pale, chiamate anche lame dall’inglese blades, e ciascuna sviluppa una lunghezza di 115,5 metri. L’impianto è alto 280 metri, esprime un diametro di 236 metri ed abbraccia, come area spazzata del vento, 43.743 metri quadrati. Può soddisfare il fabbisogno di elettricità di circa 20mila famiglie. Un anno fa Vestas aveva già puntato sulla piattaforma logistica, ma la sua proposta fu scartata (pare che non vi fosse alcuna prospettiva occupazionale) ed ebbe la meglio la società Progetto Internazionale 39, il cui progetto, però, non ha mai fatto passi avanti, tant’è che mesi fa l’Authority ha definitivamente chiuso e archiviato la pratica.  

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