Verso Lecce-Milan. Rizzo sa come si fa: nel 2006 l'unica vittoria giallorossa

Verso Lecce-Milan. Rizzo sa come si fa: nel 2006 l'unica vittoria giallorossa
di Antonio IMPERIALE
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Venerdì 10 Novembre 2023, 05:00

Adesso lo chiamano “nonno record”. E lui sorride felice nella sala dell’Ospedale dove è appena arrivato il nipotino Pietro. E a chi lo sollecita a raccontarti quella vittoria sul Milan di Ancelotti, unico successo del Lecce sui rossoneri al Via del Mare, Roberto Rizzo risponde sul filo dell’emozione. «Sono un nonno felice, la mia Ludovica mi ha fatto il regalo più grande. E a maggio la mia Martina mi regalerà una femminuccia. Quella vittoria sul Milan? Un ricordo troppo bello. Ma io ho sempre il Lecce nel cuore, sono un suo grande tifoso. Mi accorgo che mi porto dentro quel record da molto tempo, è ora di lasciarlo al Lecce di oggi, ne sarei davvero entusiasta». E racconta quella serata storica. «Era l’1 del 2006, c’era il Milan di Ancelotti, con la stella, due finali con il Liverpool negli ultimi due anni, era il Milan di Maldini e dei campioni come Pirlo, Gilardino, Pippo Inzaghi, Costacurta, Seedorf, Gattuso. Uno squadrone». Ed ecco che snocciola la formazione del Lecce, quasi fosse ancora in panchina, lui che allenava “coperto” da Paleari, valido collaboratore tecnico. Eccolo il Lecce di quel sabato, come te lo ricorda Roberto: «Sicignano, Cassetti, Stovini, Diamoutene, Rullo, Giacomazzi, Ledesma, Delvecchio, Babù, Vucinic, Pinardi. Nella ripresa andarono in campo Cozzolino, Camoranesi e Konan. Fu proprio Axel, il giovane attaccante ivoriano, a siglare il gol di quella vittoria storica. Un gran gol, con un’azione tutta in velocità. Avevo preso la squadra alla 24ª giornata, con 12 punti sembrava già retrocessa. Noi ne conquistammo altri 16 punti in 17 partite ma purtroppo non furono sufficienti per conservare la categoria. Era l’anno di Calciopoli. Noi facemmo buone cose, al di là del rammarico della retrocessione. Vivevo da esordiente in panchina, per me una grandissima esperienza».

Altra stagione. Ancora in panchina da allenatore per sostituire lo squalificato De Canio si tolse lo sfizio di battere la Juventus. Grande contro le grandi, il Roberto di San Cesario che adesso ha 62 anni e vive il calcio come dirigente della Soccer Dream della quale è stato fondatore. «Un’esperienza fortissima, ci abbiamo creduto subito io, Pasquale Bruno, Javier Chevanton che adesso è impegnato con le giovanili del Lecce, ma che viene a trovarci ancora con affetto, Fabio Vinci, che ha ideato e realizzato una struttura bellissima, una squadra particolare quella dei ragazzi Insuperabili, una grande scuola calcio, il calcio come ragione di vita, e da quest’anno anche una squadra femminile di esordienti. Lo faccio per rendere al calcio tutto quello che mi ha dato». È stato un po’ il mago dei giovani, Roberto Rizzo, portando la Primavera quasi tutta italiana del Lecce a vincere due campionati, due volte la Coppa Italia, due Supercoppe. Grandi risultati con il Matera in D, il ritorno a Lecce nel 2017, le dimissioni clamorose alla terza giornata all’inizio del nuovo campionato. E adesso spinge il Lecce a non spaventarsi del Milan che arriva sulla scia del successo sul Psg. «Il Lecce mi ha dato la sensazione di squadra solida, peccato per la sconfitta di Roma, i ragazzi di D’Aversa stavano giocando una buona gara e avrebbero meritato di tornare a casa con un’altra vittoria da consegnare alla storia. Non devono avere paura del Milan che, come abbiamo visto anche nella partitissima contro il Psg che certamente ha caricato la formazione di Pioli, ha dimostrato qualche difficoltà sulle ripartenze avversarie. Il Lecce sa lavorare sulla velocità dei Banda, di Strefezza, di Almqvist (non ci sarà per infortunio, ndr), di Krstovic. Deve credere nella sue possibilità. E chissà che non mi porti via l’esclusiva di quella vittoria».

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