Il Piano della Regione per combattere gli incendi: ecco i dettagli

Il Piano della Regione per combattere gli incendi: ecco i dettagli
Il Piano della Regione per combattere gli incendi: ecco i dettagli
di Alessio PIGNATELLI
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Lunedì 31 Luglio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:33

Un’analisi statistica degli incendi nel corso degli anni, il capitolo della previsione e quello altrettanto importante della prevenzione che si snoda in interventi tra viabilità forestale, basi operative, cure colturali, comunicazione e coinvolgimento cittadinanza. Sono le principali linee guida che caratterizzano il “Piano regionale per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi” 2023-2025 della Regione Puglia (Piano AIB): oltre 130 pagine redatte a fine maggio proprio in funzione della stagione estiva odierna (ma non solo, ovviamente) e di quelle successive. Troppo semplicistico dire che non ha funzionato a pochi giorni dagli scenari infernali che hanno caratterizzato Salento e Foggiano.

Perché sono troppe e innumerevoli le variabili ma è utile fare un resoconto - inevitabilmente parziale, vista la mole di documentazione - di questo piano.

Tant’è che l’assessora all’Ambiente Anna Grazia Maraschio ha chiesto giorni fa ad Arif e alla dirigente Ufficio Parchi di inoltrare una nota ai direttori dei parchi regionali per capire lo stato di attuazione del piano e un riscontro delle misure attuate.

Il documento

Come detto, il documento tocca diversi argomenti legati all’emergenza. A partire da un’interessante analisi statistica degli incendi e superficie percorsa nell’ultimo decennio in Puglia. I dati derivano dalla banca dati incendi boschivi gestita dall’Arma dei Carabinieri: dal 2012 al 2021, ogni anno ci sono stati 324 incendi boschivi con anni come il 2012, 2017 e 2021 in cui si sono superati i 400 eventi. In particolare, nel 2012 gli incendi sono stati quasi 500. Un altro aspetto interessante da considerare per lo studio della problematica degli incendi, è rappresentato dalle cause legate agli incendi. Si nota che gli incendi innescati in maniera volontaria, ogni anno rappresentano più della metà degli incendi complessivi, con punte anche del 65% come nel 2016. Infatti, mediamente, ogni anno quasi il 60% degli incendi è avvenuto per causa volontaria e complessivamente, nel decennio, il valore è pari al 58,1%.
Il capitolo 3 è riservato alla previsione degli eventi, attività orientata in base a una zonizzazione dei rischi delle diverse aree del territorio regionale realizzata prendendo in considerazione diverse variabili che possono incidere sull’innesco e sulla propagazione di un incendio. Senza scendere troppo in tecnicismi, sono valutati diversi indici che prendono in considerazione, tra gli altri, lo storico, la vegetazione, il clima o la morfologia delle diverse zone della Puglia. In totale sono 19 gli indici che vanno a creare una cartografia con le classificazioni dei differenti territori. Un esempio: tra quelli segnati col circoletto rosso, c’è proprio il Gargano.

È prevista inoltre l’implementazione di un sistema per l’elaborazione di dati satellitari finalizzato all’individuazione automatica e al monitoraggio degli incendi boschivi da dati satellitari multipiattaforma (Sistema di early warning).
La prevenzione, insieme alla lotta attiva, costituisce poi quel sistema integrato che cerca di arginare i fenomeni. Nel piano si specifica che “annualmente e comunque e entro il mese di febbraio”, le amministrazioni e gli enti devono trasmettere alla Protezione Civile “le informazioni necessarie per l’aggiornamento della consistenza, localizzazione e stato delle opere di prevenzione e le eventuali integrazioni, per l’inserimento negli archivi informatici per la gestione AIB e anche per la redazione del Programma Operativo d’azione AIB.

Queste opere, in alcuni casi, comprendono e rimandano ad una corretta gestione del patrimonio forestale presente (manutenzione della viabilità forestale, interventi selvicolturali); in altri casi, invece, si riferiscono ad infrastrutture specifiche per l’antincendio boschivo (viali parafuoco, torrette di avvistamento, ripetitori radio)”. Anche qui può essere utile un esempio: l’unica possibilità che abbiamo a disposizione per agire in maniera preventiva su un incendio è quella di andare a lavorare sulla vegetazione non lasciando terreni e campi abbandonati. Quindi trattare la vegetazione “morta”, “rinaturalizzare” le aree, effettuare il decespugliamento nei boschi e così via.

Infine, ma non certo per importanza, si tocca un altro aspetto. È quello che viene definito “Sensibilizzazione e coinvolgimento dei cittadini come parte attiva della prevenzione”: troppo importante, infatti, fare fronte unico contro il fenomeno degli incendi a maggior ragione se sono le mani dell’uomo a creare l’inferno. Sono state svolte già negli anni scorsi campagne di sensibilizzazione utilizzando anche i social network ed è stata stabilita la possibilità di anticipare il cosiddetto periodo di massima pericolosità dal primo giugno al 30 settembre per allertare le strutture operative. Il piano prevede inoltre di coinvolgere target più specifici individuati in associazioni agricole e scuole organizzando giornate tecniche rivolte a tecnici e istituzioni per divulgare i criteri della pianificazione della difesa dagli incendi, le azioni intraprese e previste, i caratteri dei nuovi scenari di incendio e le modalità operative di intervento.

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