Latte, protesta degli allevatori: «Il prezzo ai produttori è fermo a 24 anni fa»

Cia: «Basta giochi al ribasso». L'allarme di Coldiretti: «Già chiuse 120 stalle»

Latte, protesta degli allevatori: «Il prezzo ai produttori è fermo a 24 anni fa»
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Sabato 6 Novembre 2021, 11:21

Quote latte, si allarga il fronte della protesta: pronta la mobilitazione contro chi ha violato l'accordo regionale sui prezzi, che aveva messo insieme ben 14 organizzazioni del comparto. Cia Puglia è pronta ad affiancare l'assessore regionale all'Agricoltura, Donato Pentassuglia, che ha lanciato un ultimatum: «Otto giorni per ritornare alle regole, altrimenti sarò il primo a capeggiare il movimento per bloccare la consegna del prodotto». Parole dure, quelle di Pentassuglia andato su tutte le furie per via di quello che sta accadendo. Una cosa è certa: gli allevatori non ce la fanno più, alcuni stanno addirittura pensando di abbandonare le loro attività per dedicarsi ad altro.

I prezzi al consumo e la protesta 

«Al supermercato, un litro di latte fresco costa fino a 1,65 euro. Lo stesso litro di latte viene pagato all'allevatore, primo anello della filiera, 40 centesimi. Il prezzo riconosciuto ai produttori è lo stesso di 24 anni fa, anzi è addirittura leggermente inferiore, poiché nel 1997 un litro di latte munto in stalla aveva una quotazione di 900 lire (che corrispondono agli attuali 45 centesimi) - tuona Cia Puglia -. Questo spiega solo in parte la crisi degli allevatori, perché ad azzerare la redditività delle loro aziende non c'è soltanto un compenso al ribasso, ma anche l'aumento dei costi di produzione causato dall'incremento del prezzo dei mangimi, il rialzo delle tariffe inerenti al gasolio e all'energia elettrica, i costi aggiuntivi determinati dagli eventi climatici estremi degli ultimi due anni». 

La posizione della Cia Puglia 


«Senza il latte prodotto dagli allevatori non c'è burrata, non ci sono mozzarelle e formaggi, la filiera si ferma. A quel latte, al buon latte pugliese, e al lavoro necessario per ottenerlo (dalla nutrizione e cura degli animali alla gestione degli impianti, fino agli stipendi dei dipendenti) deve essere riconosciuto il giusto valore - dichiara Raffaele Carrabba di Cia Puglia, l'organizzazione che per oltre un anno si è battuta affinché si arrivasse, lo scorso 7 ottobre, alla sottoscrizione del Protocollo per la stabilità, la sostenibilità e la valorizzazione della filiera lattiero-casearia pugliese. «È passato quasi un mese da allora - aggiunge Carrabba - e nell'intesa sottoscritta da tutti, anche dalle associazioni che difendono gli interessi di caseifici e Gdo, ogni parte si era impegnata a riconoscere prezzi non inferiori ai costo di produzione, tanto sul versante della produzione primaria che su quello della trasformazione, in considerazione di elaborazioni oggettive di istituzioni quali Ismea, Università, riconosciuti Centri di studio e ricerca».


Ora quella firma viene messa in forse da alcuni grossi caseifici che cercano di accordarsi con gli allevatori per trarre maggior beneficio per le loro attività sottopagando il prodotto. Da qui la mobilitazione. L'assessore lo ha detto chiaramente che se le violazioni all'accordo dovessero continuare sarebbe stato pronto a sostenere anche una decisione drastica da parte degli allevatori, come quella di fermare le consegne del latte. «Siamo al suo fianco e al fianco degli allevatori - ribadisce Cia Puglia -, l'anello debole della filiera ma anche quello più importante. Siamo pronta a mobilitarsi e a mobilitare i suoi associati con le forme di protesta da concordare. Troppe aziende rischiano di scomparire, la situazione è realmente critica e gravissima».
Sulla questione interviene anche Coldiretti Puglia che denuncia come in Puglia in un anno hanno chiuso oltre 120 stalle e in 7 anni ben 440. «Il prezzo del latte alla stalla in Puglia deve necessariamente essere al di sopra dei costi di produzione, quando nella forbice tra produzione e consumo ci sono margini da recuperare per garantire un prezzo giusto e onesto che tenga conto dei costi degli allevatori e la necessaria qualità da assicurare ai consumatori», ribadisce il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia. «Chiediamo a supermercati, ipermercati e discount di aderire con atti concreti al patto etico di filiera, privilegiando negli approvvigionamenti sugli scaffali le mozzarelle, le burrate, le scamorze e tutti i formaggi fatti con il latte pugliese. Non c'è tempo da perdere perché la situazione è critica», dice il presidente Muraglia che richiama al senso di responsabilità di tutti gli anelli della filiera «per assicurare al più presto un prezzo giusto agli allevatori che non possono aspettare oltre, con le imprese di allevamento da latte ormai allo stremo per compensi ormai da troppo tempo al di sotto dei costi di produzione, con il drammatico bilancio che in un solo anno, nel periodo 2020/2021, hanno chiuso oltre 120 stalle, un trend drammatico di chiusura più che raddoppiato rispetto agli anni precedenti».
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