Liceali a teatro ma il cellulare vibra: l'attore Perrotta sospende lo spettacolo e dal palco "sgrida" la platea. I prof: «Ci ha offesi»

La lettera della docente: "I nostri ragazzi e noi docenti non decidiamo di aderire alle attività teatrali per "perdere" un giorno di scuola"

Liceali a teatro ma il cellulare vibra: l'attore Perrotta sospende lo spettacolo e dal palco "sgrida" la platea. I prof: «Ci ha offesi»
di Paola COLACI
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Venerdì 5 Maggio 2023, 07:25 - Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 13:04

Sul palco del "Paisiello" di Lecce il premio Ubu Mario Perrotta. In platea 57 studenti del Liceo Classico "Palmieri" accompagnati da cinque professori. Alunni e docenti dell'istituto superiore guidato dalla dirigente Loredana Di Cuonzo sono a teatro per assistere al matinée per le scuole "S/Calvino o della libertà" scritto e interpretato dal pluripremiato attore leccese. Nel mezzo dello spettacolo però accade il "peggio": il telefono cellulare di una prof vibra e la docente lascia la prima fila della platea per rispondere alla chiamata nel foyer del teatro. La scena non sfugge all'attore protagonista. Perrotta si infuria, sospende la performance e dal palco richiama all'ordine gli studenti. Ma a finire sul banco degli imputati sono anche e soprattutto i docenti, «accusati di essere lì solo per perdere una giornata di lavoro». Così le opere di Calvino passano in secondo piano. E a prendersi tutta la scena è la polemica.

Cosa è successo la mattina del 17 aprile


I fatti risalgono allo scorso 17 aprile. A denunciarli a mezzo lettera aperta nelle scorse ore è stata Katia Mazzotta, docente del "Palmieri" e rappresentante del sindacato interno degli insegnanti - la quale in premessa ha fatto sapere di scrivere "anche a nome di molti docenti".

Una lunga missiva con cui Mazzotta ricostruisce l'accaduto e nella quale in premessa si legge: "Il signor Perrotta, dopo aver rimarcato più volte quanto non gli facesse piacere incontrare gli alunni delle scuole e mettere in scena spettacoli per loro, come questi matinée costituissero un'eccezione e come fosse necessario per un attore mettersi in relazione con l'auditorio ha pensato bene di interrompere la sua recitazione per redarguire una docente, dandole del tu e additandola, che aveva risposto ad una telefonata di servizio, ovviamente nel foyer e con il cellulare in modalità silenziosa".

La denuncia della prof

Secondo quanto denunciato dalla prof, inoltre, l'artista avrebbe preso a insultare la docente che aveva risposto al telefono". Poi rivolgendosi alla platea degli alunni, secondo la ricostruzione della prof, l'attore avrebbe continuato a destinare le sue attenzioni alla docente "rea" di aver risposto al cellulare. "Il signor Perrotta ha affermato che lei era il prototipo dei docenti che per primi non sanno mettere in atto le buone regole di comportamento e che i docenti portano gli studenti a teatro per perdere una giornata di lavoro" si legge ancora nella missiva che arriva dal liceo leccese. Uno "sproloquio, probabilmente figlio di frustrazioni scolastiche personali, come lui stesso ha raccontato," che sarebbe proseguito anche a spettacolo terminato secondo i fatti ricostruiti da Mazzotta. "Momento durante il quale, non solo ha offeso gli alunni con espressioni non consone a un uomo di cultura in un contesto scolastico, ma è ritornato ad additare la docente e a mettere in guardia gli alunni da questa cattiva docenza".

La prof: «Quello che abbiamo visto non ci è piaciuto affatto»


Sin qui la ricostruzione dell'amaro matinée. Dunque, la riflessione della docente: "Ci piacerebbe credere che il signor Perrotta abbia messo in scena un metateatro, che riporta immediatamente alla mente di noi classicisti i grandi scrittori del passato, Plauto, Shakespeare, Pirandello, ma dubitiamo sia stato così e, se anche lo fosse stato, quello che abbiamo visto non ci è piaciuto affatto - scrive la rappresentante sindacale - Lei non conosce nulla della scuola, nulla della nostra scuola, nulla di noi docenti. I nostri ragazzi e noi docenti non decidiamo di aderire alle attività teatrali per "perdere" un giorno di scuola. La sua affermazione nella nostra realtà scolastica è oltremodo fuori luogo sia perché da anni viviamo la realtà di due laboratori teatrali, seguiti da un, altrettanto illustre, collega, sia perché ognuno di noi prepara i propri alunni dedicando spazio didattico alle lezioni in classe, sia perché, e non da ultimo, una parte della programmazione del liceo è proprio dedicata allo sviluppo della storia del teatro".
Eppure tutto si sarebbe potuto concludere, secondo l'insegnante, con il confronto fra due posizioni diverse. "Ma Lei ha usato il potente mezzo del teatro e del palcoscenico - conclude la professoressa - Lei ha tradito il teatro, le nuove generazioni che avrebbero potuto vedere in lei un modello e noi cittadini che siamo venuti ad ascoltarla, pensando di trovare spazi di riflessione profonda sulla libertà". Infine, una sequela di interrogativi: "Dov'era la libertà di cui parla nel suo spettacolo? Dov'era la libertà mentre insultava una categoria che ogni giorno, pur con tutte le sue carenze, e non più di altre, si fa carico della formazione dei giovani con risorse scarse, spazi non sempre adeguati, problemi sociali, emergenze. Gliela diamo noi la risposta, signor Perrotta: non c'era".

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