Studenti a Teatro e la polemica di Perrotta con il Liceo Palmieri: «Studenti fuori controllo e caos totale»

Studenti a Teatro e la polemica di Perrotta con il Liceo Palmieri: «Studenti fuori controllo e caos totale»
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Venerdì 5 Maggio 2023, 07:34

«Quanto accaduto mi mortifica come uomo e come artista. Considero quella del 17 aprile forse la replica più ingestibile della mia carriera. Sono stato costretto ad esibirmi nel caos più totale: studenti distratti, un vociare costante e crescente, musica nei corridoi del teatro, porte che sbattevano e persino una docente che sulle prime credevo fosse una studentessa che ha lasciato la prima fila della platea per rispondere al telefono cellulare». Mario Perrotta non ci sta. Il pluripremiato attore e autore leccese replica punto per punto alla lettera di accuse che porta la firma di Katia Mazzotta, docente e rappresentante sindacale del liceo classico "Palmieri" di Lecce.


Al centro della questione c'è il matinée per le scuole "S/Calvino o della libertà" scritto e interpretato dall'attore leccese e al quale hanno assistito tra gli altri 57 studenti e 5 docenti del liceo leccese. Una tipologia di spettacolo - quella dei matinée per le scuole - che non rappresenta di certo un'eccezione per il premio Ubu.

Anzi. «Il termine eccezione al quale fa riferimento la docente l'ho utilizzato prima dello spettacolo, quando rivolgendomi agli studenti ho introdotto l'opera alla quale stavano per assistere -. ci tiene a chiarire Perrotta - Una iperbole alla quale ho fatto ricorso anche per spiegare agli studenti come per un uomo di teatro, abituato a lavorare sino a notte fonda, non sia usuale né semplice esibirsi alle prime ore del mattino». Ma tant'è.

La difesa di Perrotta


Come si diceva Perrotta non è nuovo all'esperienza dei matinée per le scuole: «Da Grosseto e Milano, passando per numerosi altri teatri italiani, ho messo in scena i miei spettacoli davanti a migliaia di studenti. Faccio matinèe da 30 anni. Ma quella mattina tutto è andato storto - specifica l'artista - Premetto che ad assistere allo spettacolo c'erano 240 persone tra studenti e docenti del "Palmieri" ma anche di altre scuole e licei leccesi. E in quel teatro c'era di tutto: porte dei palchetti che continuavano ad aprirsi e chiudersi, un vociare crescente in sala e musica nei corridoi. Sino al loggione, insomma, il delirio più totale. Più volte sono stato costretto a interrompere lo spettacolo, chiedendo di spegnere i telefoni cellulari. Ma mi sembrava di parlare con me stesso. Ero mortificato».

La precisazione


Poi l'episodio incriminato: la docente in prima fila che nel bel mezzo dell'esibizione dell'attore lascia la platea per andare a rispondere proprio a una telefonata ricevuta sul cellulare. «A tre quarti di spettacolo si accende un cellulare in prima fila - precisa Perrotta - Le luci di scena, tuttavia, mi impedivano di capire se si trattasse di una studentessa o di una docente. Non mi sarei mai permesso di rivolgermi a un adulto dando del tu. Ritenendo che si trattasse di uno studente, ho chiesto se ritenesse opportuno utilizzare il telefono dopo tutto quello stava accadendo». Dunque il battibecco con la docente. «E la risposta piccata della prof: si tratta di una telefonata di servizio. Come se io fossi un saltimbanco sulla scena, obbligato a subire tale atteggiamento. E non è vero che la telefonata è stata gestita nel foyer: è iniziata in prima fila» chiarisce ancora Perrotta.
Dunque la lettera al vetriolo della docente del "Palmieri. Una missiva attraverso la quale si contesta l'accusa che l'attore avrebbe mosso ai docenti: «Portate gli alunni a teatro solo per perdere una giornata di lavoro». Ma anche in questo caso le parole pronunciate da Perrotta, secondo lo stesso attore, sarebbero state travisate. «Rivolgendomi agli studenti ho sottolineato come alla base della situazione caotica che si stava verificando forse c'era una scarsa preparazione a monte rispetto allo spettacolo che aveva finito per ridurre l'esperienza a una mera perdita di un giorno di scuola - specifica l'attore - A chi mi accusa di non conoscere il liceo, ancora, ricordo che tutta la mia famiglia ha studiato al Palmieri. Compreso mio zio che in quel liceo ha insegnato».
Poi ancora un dettaglio che per l'artista è fondamentale a comprendere come siano andati i fatti. «Il giorno successivo la stessa replica è andata in scena per altre classi e alcuni altri docenti dello stesso liceo. Ed è forse stato uno degli spettacoli più intensi e coinvolgenti della mia carriera. Ciò mi porta a pensare che gli alunni in quell'occasione erano stati adeguatamente preparati. E lo stesso feedback più che positivo l'ho avuto anche dai responsabili del Teatro Pubblico Pugliese presenti in sala». A margine del chiarimento, infine, la mano tesa ai docenti del "Palmieri": «Compatibilmente con gli impegni lavorativi sono pronto a incontrare insegnanti e alunni. Io non ho tradito il teatro. E, ne sono certo, i docenti non hanno abdicato al loro ruolo di educatori».
P.Col.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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