Spettri e presenze nel museo "Faggiano". Gli indagatori dell'occulto: «Rumori e urla nel buio»

L'indagine condotta in città dalla PDU - Paranormal Detection Unit

Spettri e presenze nel museo "Faggiano". Gli indagatori dell'occulto: «Rumori e urla nel buio»
di Maurizio TARANTINO
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 13 Settembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 13:56

C’è uno spettro che si aggira per Lecce e abita il Museo Faggiano. A cercare risposte e presenze, un indagatore dell’incubo stile Dylan Dog. Si chiama Fabio Tavaglione ed è il fondatore del PDU - Paranormal Detection Unit, una squadra di veri e propri ghostbusters impegnati a trovare risposte quando i fenomeni soprannaturali sembrano inspiegabili. 

L'indagine sul fantasma di Lecce on line su Youtube

Un’attività perfettamente documentata sull’omonimo canale Youtube che conta oltre 30mila affezionati in tutta Italia. Tavaglione insieme al suo staff composto da Sara Ricchiuti e dal cameraman Stefano Mazzola, durante l’estate, ha deciso di indagare in alcune zone del Salento, tra cui Lecce, per cercare di verificare se davvero le presenze si fanno percepire come da più parti viene segnalato. 

https://www.youtube.com/watch?v=ZgLwySwA9qA

L'esito della ricerca: «Rumori e urla nel buio»

«Il Museo Faggiano è stata una vera e propria scoperta - spiega Tavaglione -. Accompagnati dal proprietario abbiamo ricostruito l’intera storia di un luogo ricco di eventi e di grande suggestione. In origine doveva essere una trattoria, poi qualcosa è andato storto. Quel luogo, simbolico perché vi scorre l’Idume, era attivo già ai tempi dei Templari e questo ci ha fatto capire che eravamo nel posto giusto: chissà quante vicende si siano succedute all’interno dell’edificio. E siamo rimasti sbalorditi quando, in diretta, abbiamo sentito dei rumori, quasi un grido provenire dall’interno delle stanze, in particolare dall’essiccatoio il luogo dove venivano depositati i cadaveri e per questo, non c’è bisogno di sottolinearlo, gli spiriti abbondano». 
Tavaglione pubblicherà a puntate l’indagine svolta a Lecce, dando un’immagine diversa di un posto considerato sì ricco di cultura, ma non certamente di fantasmi di cavalieri crociati.

Originario di Milano, il giovane ghostbuster ha scoperto questa passione sin da giovane pubblicando indagini e avventure in varie parti d’Italia, dove il soprannaturale è di casa. «Abbiamo tante segnalazioni e tante persone ci sono affezionate - sottolinea -. Forse perché cerchiamo di avere un atteggiamento professionale: se non troviamo nulla lo diciamo chiaramente e non cerchiamo di far passare qualcosa che non c’è. Di certo per le nostre indagini utilizziamo degli strumenti molto avanzati, tra cui lo Spectra, un rilevatore di variazione di campi elettromagnetici, oppure videocamere fullspectrum e a infrarossi, un microfono zoom in grado di registrare infrasuoni fino al Raven, cioè lo strumento con cui comunichiamo verbalmente con le entità. Appare come un amplificatore, ma al suo interno risiede un vero e proprio computer con un software che scansiona fonemi in lingua inglese, francese, tedesca e spagnola, quindi se ad una nostra domanda lo strumento risponde con una risposta di senso compiuto o semplicemente emette una parola in lingua italiana, è catalogata come anomalia perché la lingua italiana non è presente».

La testimoniana: «A Monteruga lo spirito di un ragazzo morto in un incidente»

Il Museo Faggiano non è stato l’unico edificio infestato nel Salento indagato dai detective dell’occulto: hanno cercato entità nella Casa del diavolo a Salice Salentino, a Masseria Li Petiti a Veglie e soprattutto a Monteruga dove c’è stato un episodio molto particolare. «Siamo riusciti a entrare in contatto con una entità di un ragazzo morto di incidente qualche anno prima -dichiara Tavaglione-. Eravamo con un parente che ha riconosciuto i particolari della descrizione. È stato un momento emozionante, pieno di tensione. Noi crediamo che queste entità siano forme di energia che possono essere captate anzi vogliano essere captate per comunicare con noi e c’è un particolare momento in cui questo contatto può essere realizzato più facilmente. Quando c’è la luna calante infatti non ci sono problemi di strumentazione: al crescere della luna infatti le telecamere e le batterie si scaricano sempre in pochi minuti perché è come se l’entità si prendesse quell’energia».
[RIPRODUZ-RIS]© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA