Cccp, tour in Italia confermato. A Melpignano concerto il 9 agosto

Cccp, tour in Italia dopo 35 anni
Cccp, tour in Italia dopo 35 anni
di Vincenzo MARUCCIO
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Mercoledì 24 Gennaio 2024, 19:55 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 16:05

Tutto confermato: i Cccp tornano dal vivo dopo 35 anni con un tour estivo in Italia. E c'è la data di Melpignano, in Puglia, anche se non ancora ufficializzata: suoneranno il 9 agosto nel piccolo paese del Salento. Per il gruppo di Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni quasi una seconda casa. Le altre date saranno presto ufficializzate: si parla di una decina di concerti, forse anche di più. Piazze e luoghi grandi, non piccoli club: ci sarà spazio per tutti. Probabile partenza da Milano con il calendario è in via di definizione: non potrà mancare Reggio Emilia, ma le tappe toccheranno un po’ tutta Italia. La richiesta dei fan, d’altra parte, era tanta: un fiume in piena dopo il tutto esaurito per il ritorno live Berlino del 24, 25 e 26 febbraio che li riporterà dove tutto era cominciato quando il Muro era ancora in piedi. 

L'anticipazione su Quotidiano un mese fa

Ve lo avevamo anticipato su Quotidiano quasi un mese fa e la notizia-bomba del tour italiano era “deflagrata”, un po’ come l’attacco di “Spara Jurj” e “Live in Pankow”.

Tanto da scegliere di silenziarla dopo la sfrenata corsa alla lettura delle ore successive alla pubblicazione. Meglio non rischiare con l’euforia da vertigine, meglio le emozioni a piccole dosi. Ora possiamo rimetterla in circolo: c’è la conferma del loro manager sul tour in arrivo. C’è soprattutto l’annuncio dello stesso Ferretti nel corso della presentazione del disco live “Altro che nuovo nuovo” (in uscita venerdì prossimo) con tre inediti e il primo concerto del 1983 a Reggio Emilia. “Sono qui per smentirmi”: queste le sue parole. La conferma più attesa. Ciò che deve accadere, accade. 

L'annuncio di Ferretti: "Faremo concerti bellissimi"


Dalle parole di Ferretti traspare una gran voglia di tornare sul palco. All’Astra Berlino, fra pochi giorni, sarà come reincontrare la Storia. In Italia, quest’estate, accadrà quello che nessuno avrebbe mai immaginato. «Il pubblico è una componente essenziale dei Cccp - ha detto - ed è giusto che i Cccp chiudano il cerchio con il loro pubblico. Faremo dei concerti bellissimi. Non doveva e non poteva accadere, è accaduto. E sono soddisfatto. La storia dei Cccp è la storia di un palcoscenico, non di una discografia. A noi non importava fare i dischi, noi volevamo fare i concerti. Già essere qui è smentire tutto quello che ho detto negli ultimi dieci anni. Il tour estivo? Avevo negato anche alle persone più care che si sarebbe mai fatto. In fondo - ha concluso Ferretti - i Cccp non hanno mai fatto una tournée dell'ultimo disco. Ma finché Dio mi lascia la voce mi riesce anche abbastanza bene cantare le mie parole. Sono passati 40 anni ed è incredibile ritrovare le cose con una forza incredibile, inimmaginabile. Questo è il motivo per cui ho accettato». È già una prima traccia di scaletta. Il riferimento di Ferretti è all’ultimo disco “Epica Etnica Ethica Pathos” prima dello scioglimento. Ma non mancheranno i pezzi più conosciuti che hanno fatto la storia di un gruppo capace, nel cuore degli anni Ottanta, di cambiare la scena italiana. L'ultima avanguardia tra punk e musica filosovietica emiliana. 

Da "Kissing Gorbaciov" al tour estivo


Tornare in tour, quindi. Non poteva essere altrimenti dopo il successo dalla mostra “Felicitazioni” a Reggio Emilia e del docufilm “Kissing Gorbaciov” di Andrea Paco Mariani e Luigi D'Alife (entrato nella cinquina per i Nastri d’Argento) dedicato al festival “Idi di Marzo” che portò i Cccp a suonare a Mosca e Leningrado poco prima che quel mondo si dissolvesse per sempre. La spinta del pubblico - ritrovato e mai perduto - è stata decisiva. E la “cellula dormiente” - Annarella benemerita soubrette e Fatur artista del popolo oltre a Ferretti e Zamboni - dopo oltre tre decenni ha riscoperto il piacere di attaccare “Emilia Paranoica”. Cambiato il mondo, ma forse neanche troppo. Ancora una volta, anche questa volta, per “Osare l’impossibile”, come cantavano in “Manifesto”. Anche a rischio di perdere. Non importa. 

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