Marino addio, Tronca il commissario: modello Expo in Campidoglio

Marino addio, Tronca il commissario: modello Expo in Campidoglio
di Cristiana Mangani
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Sabato 31 Ottobre 2015, 11:00
ROMA . A leggere bene quel tweet inviato ieri pomeriggio dal premier Matteo Renzi, forse si poteva intuire che la scelta del commissario straordinario della Capitale sarebbe caduta su chi aveva gestito così bene uno dei più grandi eventi italiani, l’Expo. «Viva Milano, viva l’Italia», aveva scritto il premier sul suo profilo. E in serata, in barba a tutte le previsioni e ai possibili candidati, ha tirato fuori dal cilindro il nome di una delle persone che in questo momento gode di più della sua stima, ovvero il prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca. Sarà lui il commissario della Capitale, dopo le dimissioni dei 26 consiglieri comunali e la rinuncia obbligata del sindaco Ignazio Marino. E spetterà sempre a lui, insieme con il prefetto Franco Gabrielli, veicolare la città verso l’apertura dell’Anno Santo e verso le nuove elezioni. Quasi a volere sottolineare che il Giubileo dovrà funzionare come Expo, senza intoppi e con efficienza.





LA SCELTA

L’investitura ufficiale è arrivata dopo che per tutta la giornata era circolato con insistenza il nome del prefetto Bruno Frattasi, capo del legislativo del Viminale. Ma il suo ruolo, all’interno del ministero, è considerato determinante, tanto che il ministro Alfano ha preferito non lasciare scoperto un ufficio importante. Del resto, in questi giorni, in più occasioni, durante il tira e molla di Marino, dagli ambienti politici, si erano sollevate voci pro Milano. A cominciare da quella di Raffaele Cantone, presidente dell’uthority Anticorruzione, che aveva scatenato una forte polemica eleggendo la città lombarda a capitale morale d’Italia, mentre a Roma aveva riservato ben altro pensiero: «Non ha gli anticorpi contro la corruzione. Auspichiamo tutti che possa averli in vista del Giubileo che aprirà i battenti il prossimo 8 dicembre». Non un attacco, aveva poi chiarito, ma «un pungolo» per spingere a lavorare su questa logica». E così, in linea con il successo dell’Expo, Renzi ha scelto qualcuno che - a suo dire - avesse le capacità per liberare la Capitale: Francesco Tronca. E lui, il prefetto esperto di sicurezza pubblica e mediazione sociale, ha commentato la sua nomina: «Sono orgoglioso della fiducia accordata. Affronterò l’incarico con il medesimo impegno e lo spirito di servizio con cui ho affrontato in questi due anni gli eventi del semestre europeo, l’Asem (vertice dei capi di Stato) e la preparazione e gestione dell’Esposizione universale».



IL TEAM

Si riparte, dunque, con uno stanziamento che fonti governative stimano intorno ai 300 milioni e una squadra forte, che sappia cogliere l'occasione per rimettere a posto la città. Perciò resterà in campo l'idea di far gestire - in sinergia con il prefetto Gabrielli, con il commissario straordinario Tronca, con Cantone e con gli uffici di Palazzo Chigi - il tema dei Trasporti a Marco Rettighieri, direttore di Expo, grande esperto in materia. Rettinghieri ricostituirà, con il nuovo commissario straordinario, un team già collaudato: la stessa squadra che, in questi mesi, ha affrontato il non facile compito di rimettere in sesto la macchina organizzativa dell’Esposizione universale, minacciata dall’inchiesta e dall’arresto di Angelo Paris, a maggio dell’anno scorso. La città avrà probabilmente anche altri quattro o cinque subcommissari. E già si fanno i nomi del presidente del Coni Giovanni Malagò e di Carlo Fuortes, nominato sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma nel 2013 e rinnovato nell’incarico fino al 2020.



RAPPORTO CON LA CITTA’

Renzi vuole fare in fretta, perché ora si tratta di recuperare il più possibile quel "rapporto con la città" che l'ormai ex sindaco ha compromesso. Così, dopo la nomina del commissario, procederà con la scelta di quel dream team che dovrà rappresentare la faccia del governo nella Capitale. «Expo dimostra che non scappiamo davanti alle sfide, anzi le affrontiamo e vinciamo», dice. Mentre il ministro Angelino Alfano ribadisce: «Abbiamo scelto Tronca perché il Giubileo deve funzionare proprio come ha funzionato Expo».