Parla la donna che ha salvato l'agnellino Susy

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«Crescere un agnellino non è semplicissimo, ma si guadagna molto in affetto». Lo sostiene Anna Maurichi, impiegata leccese di 47 anni che ha deciso di adottare un agnello prima di Pasqua per salvarlo dalla mattanza che ogni anno coinvolge circa 500 mila cuccioli in tutta Italia. Susy - questo il suo nome - vive a Lecce, sulla via per San Cataldo, e crede di essere un cane. «Nel senso che per noi umani è difficile guardare gli agnelli in questo modo - aggiunge Anna - e mi piace che venga conosciuta al di fuori di un allevamento o, peggio, di quello che sarebbe dovuto essere il suo triste destino: una macelleria». Ora Susy ha poco più di 20 giorni ed è circondata dall'amore della sua nuova casa e da una famiglia che comprende anche cani e gatti. «Giocano insieme - spiega Anna - anche se Susy sembra andare più d'accordo con i gatti che con i cani. Saltella allegramente, risponde ai miei richiami, ama farsi accarezzare e accovacciarsi insieme agli altri animali per chiedere la sua dose di coccole. Non so quanti conoscano gli animali di cui si cibano - conclude Anna - ma tutti dovrebbero sapere che, quando un agnello viene ucciso, piange come un bambino».