Caos bollette, al buio dopo un cambio di gestore. L'odissea di due anziani perugini

Caos bollette, al buio dopo un cambio di gestore. L'odissea di due anziani perugini
di Fabio Nucci
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Sabato 18 Marzo 2023, 09:17

PERUGIA La super bolletta “denunciata” dalla Caritas di Perugia ha riaperto un caso che riguarda anche tanti utenti privati, tra stangate e disservizi. Perché nel tentativo di risparmiare, succede a volte di cedere alle lusinghe di finti operatori o di gestori non referenziati. Per cui accade che una coppia di anziani perugini rimanga senza corrente o che una famiglia folignate, dopo una portabilità, riceva una bolletta da duemila euro. Con un’incognita in più all’orizzonte per condomìni e micro imprese: il passaggio obbligato, dal primo aprile, al mercato libero. «Si prospetta una giungla», avverte Carla Falcinelli, presidente del Codacons Umbria.
I casi legati alle utenze di luce e gas prolificano sui tavoli delle associazioni dei consumatori e non tutti sono riferiti a fatture con importi insostenibili. «Una signora perugina ci ha chiamato per conto degli anziani genitori segnalando che sono rimasti senza luce senza capire il motivo», racconta Damiano Marinelli, presidente regionale Unione nazionale consumatori. «Probabilmente c’è stato un raggiro legato a un cambio di fornitura, per questo stiamo cercando di ricostruire tutti i passaggi per capire il gestore attuale e le modalità con le quali il cambio è avvenuto». Non mancano ovviamente i casi di utenti che segnalano bollette di alcune migliaia di euro. «Qualche volta è responsabilità del gestore che ha applicato dei costi eccessivi sia per gas che per luce – aggiunge Marinelli - altre volte i consumi e i costi sono reali, perché magari c’è stato un utilizzo delle utenze senza misura».
Il Codacons Umbria ha acceso un faro sulla situazione di molti anziani. «Siamo preoccupati – dice Carla Falcinelli – considerando che sono coloro che stando più a casa e soffrendo di più il freddo in questi ultimi tre mesi hanno tenuto il riscaldamento più in funzione rispetto agli altri utenti». E il rischio stangata, con le bollette di gennaio e febbraio in arrivo in questi giorni, è dietro l’angolo. «Con la fine delle offerte o la rimodulazione unilaterale del contratto stiamo vedendo fatture dagli importi insostenibili», aggiunge la presidente regionale del Codacons. Sul cui tavolo, nei giorni scorsi, è finito il caso di un utente folignate che si è rivolto all’associazione dopo un cambio di gestore. «È venuto appositamente nei nostri uffici a Perugia con una bolletta di poco più di 2mila euro al seguito. Ci ha raccontato di aver stipulato un contratto con un’azienda del Nord Italia ma in una fase di tariffe già ridotte si è visto arrivare una bolletta con costi che riteniamo ingiustificati. Abbiamo visionato il contratto e i conteggi erano giusti, il problema era il costo a metro cubo applicato, astronomico. Quando si decide di cambiare gestore, passa un mese e anche più, ma nel frattempo, con la fine delle offerte e prezzi aggiornati a quelli del mercato ci si ritrova con un nuovo fornitore ma il rischio è ritrovarsi anche con un contratto capestro».
Intanto, un altro caso si prospetta all’orizzonte, visto che dal primo aprile tutti i condomini e le micro e piccole imprese dovranno passare al mercato libero. «Prevediamo un grande caos», avverte Falcinelli. «Tutti tenderanno a cercare la migliore offerta che non esiste: c’è solo la speranza che le tariffe si riducano per poter fare un contratto sostenibile.

Abbiamo avuto casi di utenti che, scadute le offerte, si sono ritrovati a pagare bollette di migliaia di euro per contratti domestici, con tutto il disagio che ne può conseguire. Le persone fanno fatica a capire le loro bollette, questo è il problema. Anche se abituati a leggerle, non si rendono conto di costi così schizzati in alto, quando magari sono stati anche attenti ai consumi». Altra incognita, il proliferare di gestori, considerando la recente entrata in scena anche di Poste Italiane e Gesenu per le forniture di luce e gas. «È diventato un business – aggiunge Falcinelli - ma attenzione, perché alcune imprese non hanno protocolli con le associazioni dei consumatori, non abbiamo referenti cui rivolgerci in caso di necessità di chiarimenti, non si sa che tipo di call center hanno per rispondere ai consumatori».

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