Intelligenza artificiale, si infiamma la corsa dei Big Tech su dati e target

Il caso Claude-2 addestrato su elementi valoriali delle aziende

Intelligenza artificiale, si infiamma la corsa dei Big Tech su dati e target
di Andrea Boscaro
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 18 Ottobre 2023, 15:25 - Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 06:43

Come il correttore ortografico, anche l’Intelligenza Artificiale sta entrando così pervasivamente negli applicativi che usiamo tutti i giorni che ha poco senso discuterne la popolarità in termini di utenti mensili.

La notizia del calo del 3.2% delle visite ad agosto al sito di Chat GPT non tiene dunque conto dell’evoluzione della AI e non può essere letta come segnale di una bolla che sta scoppiando. Peraltro, a soli dieci mesi dal suo lancio, gli utenti iscritti hanno superato i 180 milioni. ChatGPT sta estendendo la tecnologia GPT4 a tutti gli utenti che hanno scaricato la app di Bing e il browser Microsoft Edge e ha introdotto, per tutti gli abbonati a pagamento, le funzionalità di conversazione vocale ed elaborazione delle immagini facendo di fatto confluire nella sua app le potenzialità di Dall-E. Per non essere da meno, Meta ha annunciato l’integrazione della sua AI in Facebook Messenger, Instagram e soprattutto WhatsApp e Google, dopo le incertezze dei primi mesi, ha reso disponibili i propri servizi AI non solo agli utenti della app Bard, ma agli abbonati a Google Workspace introducendo in tal modo un vero e proprio assistente virtuale che opera fra Gmail e Drive.

LA SFIDA

La competizione fra queste tre realtà è dunque tale da bruciare le tappe per accrescere utenti e quote di mercato nella consapevolezza che sia necessario raggiungere velocemente una massa critica di utenti per competere in questo nuovo ambito e per consolidare le proprie posizioni di leader nel settore di provenienza senza che la AI le metta in discussione: quanti di noi stanno sostituendo, in tutto o in parte, per la ricerca di informazioni Google con Chat GPT? Se alcune AI corrono i 100 metri, altre invece hanno deciso di correre la maratona: fra queste Claude-2, non ancora disponibile in Italia, ma che ha ricevuto 4 miliardi di dollari di investimento da parte di Amazon: mentre le prime AI, generaliste, mirano a contendersi la leadership per risultare la chatbot preferita dal pubblico, il successo di Anthropic consiste nella sua specializzazione. Addestrato anche sulla base di elementi valoriali (dal trattamento dei dati personali alla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo), Claude-2 appartiene ad una famiglia di AI settoriali che non mirano a raggiungere il grande pubblico, ma ad integrarsi in servizi specifici, in particolare quelli aziendali che, per loro natura, trattano dati personali e informazioni confidenziali. A conferma di questa cautela, Hubspot e Salesforce, due importanti software per la gestione delle informazioni aziendali, hanno introdotto nei propri sistemi le proprie funzionalità di AI. Da BloombergGPT nella finanza ad Harvey nel mondo legale, da Glass.health nella salute ad Ai4edu nella didattica, le AI specialistiche stanno partecipando a una competizione differente dalle prime, ma non per questo meno combattuta: meno utenti, maggiore qualità dei dati, formule ad abbonamento rivolte ad imprese e professionisti per impieghi integrati nei processi aziendali. L’evoluzione e la diffusione dell’Intelligenza Artificiale, soprattutto in contesti specialistici, possono trarre giovamento dal percorso con cui la AI, da anni, ha accompagnato il mondo degli scacchi. Dal 1997, anno in cui il campione di scacchi Gary Kasparov fu sconfitto per la prima volta da Deep Blue di IBM, progetti come Maia Chess non sono addestrati per fare la mossa migliore, ma per individuare dove i giocatori umani sbagliano così da aiutarli a comprendere i loro errori. È l’approccio adottato anche dalla app per imparare le lingue Duolingo che non ha introdotto ChatGPT per conversare in modo perfetto, ma per interpretare un ruolo desiderato come propria controparte dal discente per migliorarlo e per spiegare gli errori che commette.

CAMBIO DI DIREZIONE

Questo cambio di direzione deriva dalla volontà di vedere nella AI non un semplice strumento, ma una intelligenza “altra” come quella rappresentata dagli animali che hanno una percezione atmosferica più avanzata.

L’Intelligenza Artificiale non può essere assimilabile a un cacciavite o una matita. Questi utensili sono completamente sotto il nostro controllo ed anche la AI lo sarà finchè sarà possibile, come è stato detto, “staccare la spina”. Vi sono invece altri strumenti, come il motore a scoppio, che hanno radicato in modo talmente profondo il loro ruolo nella nostra società che rinunciarvi comporta costi proibitivi sul piano industriale e occupazionale. Allo stesso modo, si sta delineando un mondo in cui la AI avrà un ruolo simile: “staccare la spina” potrebbe un giorno richiedere regredire a un livello di civilizzazione precedente, con competenze ormai obsolete. Chi, ad esempio, saprebbe oggi guidare una carrozza?

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