Prostitute nude in pieno giorno, allarme alla periferia orientale della città

Prostitute nude in pieno giorno, allarme alla periferia orientale della città
di Francesca CIURA
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Venerdì 7 Luglio 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 20:22
Taranto invasa dalle prostitute e le vie del sesso a pagamento aumentano esponenzialmente in barba a controlli e denunce e finanche l’azione isolata di qualche residente, rivelatasi alla fine pressoché improduttiva. Già perché seppure a fronte di qualche segnalazione, ed il conseguente intervento delle forze dell’ordine, il tempo di tranquillità per gli abitanti dei quartieri a rischio, dura poco, il tempo di calmare le acque e poi di nuovo, le lucciole tornano nelle loro abituali postazioni. Dalla zona Porta Napoli, a viale Virgilio, da via Pierri (zona carcere- Auchan) alla prosecuzione di via Sordi (in zona salina grande) per tutta la strada vicinale Galera Montefusco (parallela alla statale 7), fino alla zona industriale di Faggiano, ma anche nel tratto della provinciale 104 (che incrocia la statale per San Giorgio), ogni 100 metri c’è fissa la prostituta di turno pronta, a tutte le ore del giorno, a mostrare la propria “mercanzia”. 
Arrivano al mattino presto, tra le 8 e le 9, alcune, spesso le rumene o di origine caucasica, accompagnate dai protettori a bordo di motocicli o automobili, direttamente sul posto di lavoro, già “in divisa”; le altre, quelle di colore, provenienti perlopiù dalla Nigeria e dal Ghana, prendono servizio giungendo a piedi o con i mezzi pubblici spesso indossando abiti “normali”, jeans, magliette, scarpe da ginnastica. Si cambiano in fretta, tra i cespugli o per strada, incuranti degli automobilisti, riponendo gli indumenti in sacchetti di plastica. Dopo il make up di “ordinanza” e qualche travestimento sono pronte. Ma mentre in inverno, con le temperature rigide le mise sono meno appariscenti, adesso in estate la merce è praticamente esposta al naturale. È di ieri il caso, segnalatoci da un lettore di una giovane e bellissima lucciola che, intorno alle 9.30, sulla strada provinciale 104, all’altezza della rotatoria per Talsano sostava sul ciglio della strada indossando soltanto un reggiseno invitando i clienti con movenze volgari più che sensuali. 
Traffico in tilt tra curiosi e indignati col rischio per qualche automobilista di trovarsi coinvolto in un incidente. Ma i problemi non sono finiti. In zona Porto la situazione è ancor più deprecabile perché in strada, ai margini dei marciapiedi sono ben visibili i resti della notte di lavoro: profilattici e fazzoletti sporchi.
Certo la zona, perché in prossimità del terminal dei bus extraurbani e della stazione ferroviaria, non ha un tasso abitativo elevato, ma di giorno è frequentatissima, anche e soprattutto da giovani studenti, ed ora, con l’approdo delle navi da crociera anche da turisti. L’istantanea del fenomeno è allarmante: molte di queste donne sono ridotte in schiavitù. «Ho visto con i miei occhi – dice un residente della Salinella – la consegna del denaro guadagnato al protettore. Passano a controllare la situazione ogni due ore circa, anche tre: prendono i soldi e vanno via. Finito il turno qualche volta tornano a riprenderle, altre le ragazze vanno via da sole. Sappiamo - conclude – che le armi in possesso delle forze dell’ordine non sono sufficienti per fermare questo abominio, ma chiediamo al nuovo Sindaco di farsi carico del problema: servono più controlli in città, ovunque». Ma chi sono queste giovanissime, spesso bellissime indotte alla prostituzione? Alcune dall’Est, quelle in definitiva che non tradiscono la provenienza per via dei tratti somatici, giunte in Italia con la promessa di una vita migliore; altre sono la conseguenza dell’esodo dal nord Africa. Ragazze irretite dalla malavita, abusate ripetutamente e sfruttate da “protettori” senza scrupoli. Una situazione inaccettabile che forse la senatrice Merlin non immaginava che si potesse verificare 59 anni dopo l’approvazione della legge che porta ancora il suo nome. Il 6 agosto del ‘48 la Merlin presentò il suo disegno di legge per chiudere le case di tolleranza e combattere lo sfruttamento della prostituzione. Servirono 10 anni per approvare una legge che oggi, alla luce di una mutata condizione sociale, resta assai controversa.
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