Sul caso Isolaverde la protesta è destinata a riaccendersi. Con i presidi che ricominceranno, senza soste, a partire da domani. Lo annuncia la confederazione Cobas, attraverso il coordinatore Salvatore Stasi, che denuncia «le palesi responsabilità politiche che stanno conducendo a tamburo battente verso un tragica conclusione: il licenziamento di 215 lavoratori».
Stasi ricorda i sacrifici ai quali si sono sottoposti questi lavoratori nel corso degli ultimi anni fra cassa integrazione e solidarietà, pur di mantenere il posto di lavoro. «Addirittura dal 25 novembre 2015 fino al 20 aprile 2016 sono stati in sospensione senza salario, tutto sempre finalizzato a rimanere dipendenti della Taranto Isolaverde: ciò era necessario perchè nel momento in cui l'azienda usciva dalla liquidazione, in un protocollo prefettizio con la compartecipazione della Regione e del Comune, ed anche attraverso eventuali spacchettamenti, corsi di formazione, transito fra partecipate, etc. avrebbero consentito la salvezza di tutti i posti di lavoro. Dunque la condizione unica era ed è l'uscita della azienda della liquidazione».
La strada da percorrere fu individuata sin dallo scorso anno. «La indicò il Presidente della Provincia Tamburrano quando affermò che se nel Contratto di Sviluppo per Taranto fosse stata ricompresa a carico del Governo la ristrutturazione del Palazzo degli Uffici, per un effetto domino, si sarebbero liberate risorse pari a 2.800.000 euro che la Provincia ha in accantonamento finalizzati appunto alla ristrutturazione del Palazzo degli uffici, e risorse che sarebbero state utilizzate per far uscire dalla liquidazione Taranto Isolaverde. Ciò è stato dichiarato ripetutamente ed in pompa magna, (basta rileggersi e rivedere le sue dichiarazioni nel merito), anzi ha ripetutamente affermato che per liberare queste risorse gli sarebbe bastato un semplice impegno formale del Governo», ha affermato Stasi.
Il 5 aprile il Cis ha ufficializzato la presa a carico della ristrutturazione del Palazzo degli Uffici a carico del Governo.
«Tamburrano afferma, mentendo e sapendo di mentire, sia via stampa sia in tavolo prefettizio dell'8 aprile che il Governo gli deve mandare le risorse. Dunque che ci sia la volontà politica di Tamburrano di chiudere Isolaverde è più che dimostrato», afferma ancora Stasi in una nota.
Che accusa non da meno il Pd locale «in assordante silenzio rispetto questa vicenda, sebbene siano nella ibrida giunta (non eletta) che governa la provincia di Taranto».
«È di queste ore la notizia che Alba Service (partecipata della provincia di Lecce), sebbene sia più o meno nelle stesse condizioni di Isolaverde sta andando verso la salvezza, perché politica bypartisan ed enti locali marciano nella stessa direzione per la salvezza dei lavoratori e dei servizi che esplicano. Crediamo che lo stesso potrà accadere per la Santa Teresa di Brindisi».
«Invece a Taranto - conclude Stasi - nonostante l'impegno degli altri enti locali; la gestione politica bypartisan della Provincia sta mandando a morte Isolaverde ed i suoi lavoratori».
Isolaverde, la protesta ricomincia

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lunedì 25 aprile 2016, 07:40 - Ultimo aggiornamento: 15:57
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