Imprese stritolate dai subappalti: «Noi lavoriamo, gli altri guadagnano»

Imprese stritolate dai subappalti: «Noi lavoriamo, gli altri guadagnano»
di Nicola SAMMALI
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Sabato 27 Luglio 2019, 10:08
Perdita rilevante di fatturato, aziende che chiudono, licenziamenti. Il settore dell'autotrasporto a Taranto è in crisi, come lo è quello delle agenzie marittime, ed è una crisi anche di rapporti con la grande industria presente sul territorio, nel caso specifico Eni.
Gli operatori dello Ionian Shipping Consortium, che unisce undici società portuali nello scalo di Taranto, hanno infatti rinunciato un mese fa alla commessa sulle navi Eni. Anche gli autotrasportatori lamentano condizioni precarie, con cinque milioni di euro di fatturato perso negli ultimi anni, dal momento che più di quaranta mezzi su circa centoventi inizialmente impiegati per Eni sono ormai fermi. Il sistema dei subappalti sta stritolando le imprese, secondo quanto è emerso nella conferenza stampa di ieri mattina al quartiere Tamburi, con il presidente dell'ISC, Luigi Guida, con il senatore tarantino M5s, Mario Turco, e con il rappresentante degli autotrasportatori del Consorzio Autocisterne Tarantine, Antonio Baldassarre.

Per spiegare il meccanismo che lascerebbe soltanto le briciole alle aziende di Taranto, e che ha portato lo Ionian Shipping Consortium a lasciare Eni, Guida ricorre alla cosiddetta «teoria del ghiacciolo». Il presidente dello ISC la riassume in pochi passaggi. «Nella filiera lunga del sub sub appalto, l'accordo che Eni ad esempio assume con una società britannica che in teoria si dovrebbe occupare dei servizi di agenzia marittima, fa il giro lungo partendo da Londra, passando per Genova e Brindisi e finendo a Taranto, dove agenzie e lavoratori locali svolgeranno il vero lavoro e si assumeranno il rischio di tutte le responsabilità civili e penali connesse. Alla fine il ghiacciolo sciolto lascerà a Taranto le gocce, in alcuni casi solo lo stecchino di quel grande appalto».

Con questo sistema, sintetizza Guida, «un lavoro che in condizioni di dignità e ragionevolezza potrebbe costare direttamente 50 finisce per costare 100, ma a Taranto lascerebbe solo la metà, della metà, della metà. È un contesto disastroso, provocato da vent'anni di colonizzazione economica del nostro territorio».
Così, in tema di appalti, lo Ionian Shipping Consortium lancia un appello a istituzioni e parti sociali, come ha sottolineato in un altro passaggio Guida. «Si torni a condizioni di dignità e ragionevolezza - ha detto - in difesa di imprese e lavoratori locali».

Il confronto proseguirà nelle prossime settimane, aspettando anche le mosse del governo sollecitate dal senatore Turco (di cui riferiamo in altro articolo), che sta seguendo le due vertenze. «Per anni - ha aggiunto Guida - abbiamo ascoltato il refrain sull'impresa locale che mancava di professionalità e che non era in grado di competere sul mercato con i grandi player internazionali, ma i fatti dimostrano il contrario. Siamo noi da sempre a stare lì sulle banchine del porto, a correre di fronte alla prima problematica. Il problema sono i bandi strutturati non solo sull'affidabilità, le certificazioni di qualità, il rispetto dei contratti del personale, la sicurezza, ma sui volumi di fatturato, resi possibili però strozzando proprio le imprese e i lavoratori locali». Il rappresentante degli autotrasportatori, Baldassarre, ha riportato invece lo stato di sofferenza nelle dinamiche che si instaurano con le società che hanno in appalto le attività, non avendo appunto rapporti diretti con Eni. «Le aziende stanno implodendo - ha poi denunciato - a causa di questo sistema farraginoso. Dobbiamo fare in modo, insieme, che non implodano».

Lo Ionian Shipping Consortium, dal canto suo, segue con attenzione l'evolversi delle iniziative del pentastellato Turco, che ha presentato, da componente della commissione Finanza del Senato, un ordine del giorno che riguarda la filiera corta in materia di subappalti, ponendo l'attenzione proprio sulle imprese private o a partecipazione pubblica che operano in aree di crisi industriale complessa come Taranto.
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