Ex Ilva, la società al Governo: «Se prosegue il no alla vendita dei prodotti, pronti a mettere in cassa gli operai fermi»

Ex Ilva, la società al Governo: «Se prosegue il no alla vendita dei prodotti, pronti a mettere in cassa gli operai fermi»
di Alessio PIGNATELLI
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Giovedì 2 Aprile 2020, 19:22 - Ultimo aggiornamento: 19:28
«È nostro dovere informarvi che, qualora l'ordinanza dovesse essere prorogata oltre il 3 aprile, saremo costretti a prendere in considerazione tutte le misure per salvaguardare la nostra società compreso l'avvio delle operazioni di messa in stand-by dell'intera area a caldo dello stabilimento di Taranto nonché la collocazione in cassa integrazione di tutta la forza lavoro il cui impiego non è necessario per svolgere tali operazioni».
Così recita una lettera di ArcelorMittal inviata al premier Conte e ad altri ministri del governo. Il riferimento è all'ordinanza del prefetto di Taranto che ha sospeso la vendita dei prodotti finiti alla multinazionale in seguito al dpcm che consente agli stabilimenti a ciclo continuo di produrre. «Abbiamo mostrato al prefetto una lettera in cui l’ad Morselli di ArcelorMittal smentisce i tecnici dell’azienda (secondo cui non si può mettere la fabbrica al minimo) - è il commento di Francesco Rizzo, coordinatore di Usb - la condizione di stand by è quello che stiamo chiedendo da oltre 20 giorni: significherebbe la messa in sicurezza degli impianti, con il minimo della forza lavoro in fabbrica senza produzione».
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