Ecco com'era Taras, un sogno in 3D basato sulle fonti di Strabone

Ecco com'era Taras, un sogno in 3D basato sulle fonti di Strabone
di Francesca RANA
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Lunedì 26 Agosto 2019, 18:54 - Ultimo aggiornamento: 18:55
L'antica Taras è stata ricostruita in 3D nella piattaforma multimediale flipped prof di Marco Mellace, docente di sostegno all'Istituto Tecnico Superiore Luca Paciolo di Bracciano, con una dirigente scolastica di Taranto, Cosima Stefania Elena Chimienti.
Il titolo, nel canale youtube, è Lezione capovolta su Taras antica (Taranto greca). La flipped classroom è un metodo di didattica alla rovescia. Prima, si inserisce un video multimediale, dopo si discute in classe e Taranto è stata scelta tre le poleis più egemoni di tutta la Magna Grecia. L'autore non ha mai visitato la città, ha usato fantasia, fonti geografiche antiche di Strabone ed ha consultato Carmine De Gregorio, presidente di Nobilissima Taranto, sulla cinta muraria. Ha raccontato la sua metodologia, con umiltà, pronto a correggere in qualsiasi momento: «Un giorno, abbiamo parlato di Taranto e Lega Italiota e mi è venuto il desiderio di farlo. Il direttore generale dell'ufficio scolastico del Lazio, Guido De Angelis, ha visto la ricostruzione di Taras ed è rimasto estasiato. Strabone fu l'unico ad aver visto qualcosa. La ricostruzione è basata sull'epoca classica ed ho cercato di essere coerente sull'assetto nel V secolo a.C. Io mi sono voluto concentrare su città e tessuto urbanistico. Non ho inserito ipogei e cave. In un secondo momento, non escludo di essere ancora più preciso».
 

La miccia fu una gita scolastica a Bari e Brindisi: «Gli studenti erano frustrati sui libri, perché non capivano le essenze di tutte le civiltà antiche. Io ho fatto fare un viaggio a 360 gradi ed ho fatto vedere le città. Io voglio far scoprire le bellezze. Ho tracciato il perimetro dell'Acropoli nel punto più alto, stereotipo magnogreco. Ho collegato il porto di Taras con un braccio protetto di cinta muraria, uguale tra Atene e Pireo. Ho ricostruito la strada con le mura. Ho tracciato tutto il territorio antico. L'isolotto di Taranto vecchia allora era una penisola ed io l'ho tracciato dopo aver consultato Google maps. Ho fatto un'agorà, dove si ergeva una statua di 18 metri, di Zeus, la più grande nella civiltà greca, prima del Colosso di Rodi. Molto - ammette - è stato inventato nel rispetto di canoni architettonici, lì dove Strabone non descrive. Io sono un sognatore. Ma se qualcuno mi aiuta ad immaginare, è più bello».
Quando è uscita la lezione su internet, alcuni tarantini gli hanno scritto e l'avrebbero accolta in modo straordinario: «Ho fatto premesse doverose. Devo smentire chi si aspetta Taranto com'era, è impossibile. Non ho scoperto l'America ed il 3D lo utilizzo a scopo educativo e non di lucro. Il mio canale non è monetizzato, non c'è pubblicità. Mi raccomando, se dovete farmi una critica, io sarò il primo ad accoglierla, il miglioramento è obbligatorio. Su Taras, mi sono aggrappato alle colonne doriche, resti di un tempio attribuito a Poseidone, più probabilmente dedicato ad Artemide, alle mura, a Strabone».
Assicura di aver fatto la prima ricostruzione tridimensionale al mondo di Sparta ed ha inserito un dono di Taras alla madre patria, la statua di Atena: «Io ho voluto ricostruirla in continuità con Taras. Mi ha aiutato tantissimo un ragazzo greco con una biblioteca fornita. Mi ha dato informazioni precise su edifici in base alla descrizione accuratissima di Pausania».
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