Berrettini e Sinner come Panatta e Bertolucci: due italiani ai quarti di uno Slam, non accadeva da 49 anni

Berrettini e Sinner come Panatta e Bertolucci: due italiani ai quarti di uno Slam, non accadeva da 49 anni
Berrettini e Sinner come Panatta e Bertolucci: due italiani ai quarti di uno Slam, non accadeva da 49 anni
di Marco Lobasso
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Lunedì 24 Gennaio 2022, 11:03 - Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 14:15

Quasi mezzo secolo dopo, il tennis italiano si ritrova in una situazione meravigliosa che ormai aveva rimosso dai suoi ricordi, proprio come noi appassionati: due azzurri nei primo otto di un torneo del Grande Slam, il massimo del tennis. Succede a Melbourne, agli Open d’Australia, con Jannik Sinner che raggiunge ai quarti di finale Matteo Berrettini, battendo in tre set il beniamino di casa De Minaur.

 

Succede 49 anni dopo, per la precisione, da quando al Roland Garros di Parigi, sulla terra battuta degli Internazionali di Francia, Adriano Panatta e Paolo Bertolucci arrivarono trionfalmente tra i grandi del tennis mondiale (poi lo jugoslavo Nikki Pilic li battè entrambi, Paolo nei quarti e Adriano in semifinale).

Ma era un altro tennis, un altro mondo, ovviamente. Non c’era la tv, pochissima radio, i giornali non concedevano ancora grandi spazi al tennis; non c’erano computer e, chiaramente, non c’era Internet, telefonini, tablet, portatili. Solo piccioni viaggiatori e le telefonate intercontinentali di inviati speciali di grandi giornali come Gianni Clerici e Rino Tommasi presenti a Parigi che provavano a raccontare le gesta degli italiani. Loro sì che c’erano.

Matteo Berrettini


Questa volta è quindi più bello, molto più bello.  Perché abbiamo tutti la netta impressione che il romano Berrettini può arrivare a vincere come e più di Panatta e il bolzanino Sinner è nettamente superiore a quel Bertolucci di allora, unica sua volta nei quarti di un Grande Slam. L’Italiatennis è negli anni dei record, in quelle stagione dove si riscrive la storia: mai due italiani erano arrivati nei quarti di un Grande Slam che non fosse stato Parigi (era successo in passato anche con Pietrangeli e Sirola nel 1960 ed in altri pochi casi). In Australia, poi, nemmeno a parlarne. L’ultima volta che un italiano volava nei quarti nella terra nei canguri era gennaio 1991, trent’anni fa, con Cristiano Caratti. Fu un piccolo sogno, ma una meteora durata troppo poco. Al cospetto di quell’evento, Berrettini e Sinner sembrano oggi davvero due giganti, per quello che hanno già fatto, per essere top ten e per il futuro che hanno davanti.

Jannik Sinner


Nessuno abbia più paura di pronunciare la parola “vittoria”. Matteo Berrettini, dopo averlo visto all’opera negli ottavi contro Carreno Busta, può domani mattina battere il francese Monfils e poi in semifinale piegare anche Rafa Nadal, l’indistruttibile. Se non ora quando? Vuoi vedere che per il cambio generazionale nel Grande Tennis, oltre alle scivolate di Djokovic con il vaccino, c’era bisogno proprio della forza degli italiani? La risposta è sì. Perché anche Jannik Sinner, perfetto contro De Minaur questa mattina negli ottavi, può battere il suo avversario nei quarti, sia che sarà il fortissimo greco Tsitsipas, sia che sarà l’eventuale sorpresa americana Fritz. Perché in Australia, a inizio anno, non ci sono alibi per i campioni: la stagione è iniziata da quindici giorni, si arriva riposati e non usurati e in queste condizioni i più in forma vincono sempre. Vuoi vedere che i più in forma, i più seri, i più preparati per questa volta saranno proprio i tennisti italiani? E’ cambiato il vento: la risposta è sì.

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