Chevanton: "Krstovic è un attaccante completo. Col Napoli gara impegnativa"

Ernesto Javier Chevanton
Ernesto Javier Chevanton
di Liberato CASOLE
3 Minuti di Lettura
Sabato 30 Settembre 2023, 05:00
Solita domenica rovente di fine estate, Lecce è in festa per i Santi Patroni e il campionato di serie A consuma la prima giornata. Arriva il Parma, il “Via del Mare” è stracolmo e curioso di vedere all’opera la rinnovata squadra di Alberto Cavasin chiamata a salvarsi per la terza stagione di fila. Non passano neppure due giri di lancette. Frey, portiere emiliano, ha il pallone tra le mani e... si accinge al rinvio, insegna Ciotti. Guarda i suoi compagni in attacco ma ignora quanto avviene alle sue spalle, pensa solo a calciare. Il pallone lascia la mano mancina, va verso il piede destro che ha iniziato il movimento di tiro. È un attimo, anzi meno. Un ragazzo di 21 anni, appena arrivato dall’Uruguay con un carico di imprevedibilità, astuzia, tecnica e speranze (scovato da Corvino, ma guarda un po’) è in agguato sulla linea di fondo, nessuno ha fatto i conti con lui. Scatta, con il petto porta via la sfera a Frey, si gira, tira e realizza di pallonetto il suo primo gol italiano. Un gol strepitoso, simile a quello mitico di Peirò in Inter-Liverpool di una remota Coppa Campioni che molti papà hanno raccontato, un gol che non è gol per il calcio moderno. Ernesto Javier Chevanton è entrato così nella storia del Lecce, con una genialata tipica di chi ha un innato talento ed è pure capace di sfoggiarlo. «A Lecce nessuno mi conosceva, non sapevano neanche chi fossi - sorride l’ex attaccante di Juan Lacaze, classe 1980 ricordando quella prodezza -. Ero un metro e sessanta, ho visto il portiere che si attardava e sono intervenuto convinto di segnare. Quel gol è stato l’inizio di un’avventura meravigliosa, da lì è nato tutto l’amore che oggi c’è tra me, la gente di Lecce e del Salento». Da quel giorno, 26 agosto 2001, è un susseguirsi di giocate, dribbling, assist, marcature (le statistiche dicono 59 in 124 gare tra A, B, C, Coppa Italia). Emozioni in tre differenti periodi. Tra il primo e l’ultimo gol in A di Chevanton ballano dieci anni, è contro il Napoli che la parentesi si chiude, totale 32 centri. Ai partenopei Javier segna di sinistro sotto l’incrocio al terz’ultimo minuto della terz’ultima giornata, 8 maggio 2011. Non più il numero 19 sulle spalle piuttosto il 23, velocità di pensiero e di esecuzione identiche. Palla che entra di mezzo metro. Anche l’esultanza è la stessa, anzi qui si va un po’ oltre considerato il momento decisivo di una stagione per lui tormentata. «Per me quello non fu un anno facile - ricorda -. Ma quando mi mandarono in campo segnai il gol salvezza. Una grande soddisfazione, per me e per tutti i tifosi giallorossi». 
Dal suo Lecce a quello di oggi: «La squadra di D’Aversa è meravigliosa, attacca, non ha paura, corre e produce. E contro la Juventus l’organizzazione difensiva è stata perfetta, non meritava di perdere. Vederlo lassù mi fa un bell’effetto, la classifica è meritata. E Corvino, come allora, ci mette sempre il suo zampino». Chevanton, però, resta sempre Chevanton. Ci tiene. «Non credo ci sia qualcuno nel Lecce di oggi che mi somigli. Però Krstovic è fortissimo, ha grandi qualità e sono sicuro che farà tantissimi gol. È bravo ad attaccare spazio, profondità, è molto abile ad anticipare i difensori, è completo. Batterà tutti i record». Il Napoli scudettato spaventa: «Credo che il periodo di assestamento stia passando, a Garcia serve tempo e l’ultima vittoria contro l’Udinese ha evidenziato una prestazione simile a quelle della trionfale scorsa stagione. Serve il Lecce compatto visto a Torino». E Chevanton, che ora guida la formazione Under 15 dopo aver vissuto da vicino l’esperienza del terzo scudetto della Primavera, si spinge ancora oltre e osa, come quando dribblava: «Non mi sorprenderebbe se il Lecce arrivasse in Europa - la butta lì -. È una squadra giovane, che ha fame e con un allenatore che trasmette entusiasmo. C’è una società dietro che sta lavorando molto bene. E poi la mia Primavera è già arrivata in Europa».
© RIPRODUZIONE RISERVATA