Palmieri: "Lecce, continua a lavorare sui giovani, è la strada giusta"

Francesco Palmieri in compagnia di Gigi Tramacere al Lido Tabù di Porto Cesareo
Francesco Palmieri in compagnia di Gigi Tramacere al Lido Tabù di Porto Cesareo
di Francesco DE PASCALIS
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Lunedì 19 Luglio 2021, 05:00

Un predestinato, questo è Francesco Palmieri che i leccesi non a caso ribattezzarono “Highlander” giusto per attribuirgli, dentro e fuori dal campo, quei valori che meritano a chi combatte e difende i propri colori e valori. Un amore che non è mai sfiorito, quello tra Palmieri, la maglia e la tifoseria giallorossa, nonostante alcuni non trascurabili aspetti che potevano, sin dal suo arrivo, far pensare ad altro. Ed invece ancora oggi, è amore e passione che, non c’è dubbio alcuno, sarà eterna. E proprio Palmieri, come da tradizione, da alcuni giorni è in vacanza con la sua famiglia al Tabù di Porto Cesareo, dove grazie alla storica ed inossidabile amicizia con il proprietario Gigi Tramacere e sua moglie Rossella, ci torna appena può, anche d’inverno. È il suo “buon ritiro”, la meta adatta in cui ritemprarsi dalle fatiche di direttore del settore giovanile del Sassuolo, ormai uno dei club più importanti del panorama calcistico nazionale per modello di gestione.
Palmieri, la politica dei giovani ormai sta prendendo piede in Europa ed in tutto il mondo calcistico. Anche il Lecce, con la guida del direttore Pantaleo Corvino, sta convintamente percorrendo questa strada, che è l’unica percorribile per garantire sostenibilità al club. Qual è il suo giudizio sul lavoro di questi due anni.
«Il direttore Corvino è un “top player” e non ha bisogno di giudizi che certifichino il suo lavoro. Lui è una garanzia per le società. Penso che questa sia in assoluto la cosa più giusta da fare, per una società che vuole crescere, che guarda al futuro e che vuole attuare una politica di gestione sana che porti produttività. Pantaleo Corvino non lo scopro certo io, lui è un grande maestro per tutti, e la storia della sua lunga ed autorevole carriera parla a chiare lettere e con numeri inequivocabili. I fatti dimostrano quello è stato il suo valore, i suoi meriti, la sua attenzione ai giovani ed alla loro crescita. Oro colato per un club. Penso che la strada giusta da seguire, sia quella che sta percorrendo il Lecce, società esempio in Italia per gestione e bilanci. Un cammino, quello intrapreso dal presidente Sticchi Damiani e dai suoi soci, che presto porterà i meritati frutti».
Il suo Sassuolo è ormai un club tra i più importanti per la scoperta dei giovani talenti. Acquisite e crescete i ragazzi facendoli maturare nel settore giovanile, e poi li lanciate in prima squadra, per farli diventare calciatori di valore e livello assoluto. Un po’ quello che sta facendo anche il Lecce.
«Sì, è vero. A Sassuolo prendiamo i ragazzi ancora adolescenti e li facciamo crescere a 360 gradi, istruzione, formazione e calcio. Poi a maturazione avvenuta, si spera nell’esordio in Prima squadra e magari nella consacrazione dell’atleta a livello europeo e mondiale. Le soddisfazioni più grandi sono queste, quando li prendi ancora bambini e gli fai fare un percorso che prevede la classica trafila, giovanissimi, allievi, primavera, li avvii di fatto a fargli compiere un cammino importante e che lascia il segno. Penso che questa sia l’unica maniera per far sì che le società possano saldamente tenere in ordine i bilanci, orientandoli alla patrimonializzazione, un aspetto importantissimo a mio avviso, anche perché il calcio francamente, sta soffrendo negli ultimi anni in maniera davvero seria e considerevole e speriamo che la valorizzazione dei giovani sia la via per far sì che si possa andare avanti in ottica di sostenibilità. I costi, non lo scopro di certo io sono abnormi e lievitati in maniera consistente ed il meccanismo di sostenibilità del settore sta facendo fatica a mantenersi. La strada, l’unica è quella degli investimenti nelle strutture e nei settori giovanili».
Berardi, Locatelli Raspadori, ieri Acerbi ed altri, tanto per fare degli esempi. A Lecce invece si sogna un grande futuro per i vari Rodriguez, Hjulmand, Gallo, Maselli. Intanto Corvino continua a scandagliare il mercato e pesca in Islanda i vari Bjarnasson ed Helgason, ultimi arrivi già seguiti da agenzie internazionali importanti.
«È la strada giusta, dando la priorità al discorso dei giovani italiani e stranieri. Basta avere poi un allenatore ed uno staff tecnico che abbiano il coraggio di lanciarli. Se così non è, diventa tutto molto molto difficile. Bisogna lavorare in sinergia, tutti insieme: società, settore giovanile e prima squadra. Un lavoro coordinato e mirato a dare produttività all’azienda, perché il calcio è un’azienda, e come tale ha bisogno di traguardare determinati obiettivi. Lo ripeto sino alla noia, se non si fa così, il rischio serio è di riscontrare difficoltà esponenziali per chi gestisce il club. Esempi concreti, che la proprietà del Sassuolo, con in testa l’amministratore delegato Giovanni Carnevali, manager di livello assoluto e guida molto molto seria etica e preparata, ogni giorno ci spinge a perseguire».
Checco Palmieri, il Salento ed il Lecce. Amore senza limiti che dura nel tempo. I campionati vinti, i goal indimenticabili e quella maglia cucita sulla pelle. A noi lo può raccontare: qual è il sogno?
«Stare con i piedi per terra e continuare a fare un percorso di crescita. Poi la salute che è la cosa più importante per tutti, anche perché stiamo invecchiando. Sul resto che dire. Lo sanno anche le pietre: io amo Lecce e questa terra splendida baciata da Dio e quando vengo qua, inutile nasconderlo, mi sento a casa. Qui ci sono i miei amici, gente di valore e valori, come Gigi e Rossella Tramacere o come Giovanni, a cui io e la mia famiglia ci sentiamo legati da grande affetto e rispetto. Fino a quando potrò cercherò sempre di avere come tappa fissa questo posto. Perché il Salento per me è vita e gioia e mia ha regalato ricordi indelebili scolpiti nel cuore. Una storia che si sta ripetendo con i miei figli Antonio e Anna Linda, sono loro che mi chiedono ogni volta che posso farlo di venire. Loro come me qui si sentono a casa».
Due pronostici per i futuro: Sassuolo e Lecce.
«Il mio Sassuolo è condannato a ripetersi e mi auguro possa farko anche con Dionisi.

Per il Lecce, che lo scorso anno si è vista sfuggire la promozione dalle mani, mi auguro che possa raggiungerla quest’anno, perché per gli sforzi profusi da tutti lo meritano. Penso senza ruffianerie di sorta, che ci siano tutte le premesse per far bene, e mi auguro con il cuore, che possa rialzarsi e conquistare la A. Lo meritano tutti: in primis la maglia, l’immensa e grandissima tifoseria, la società. Un club a cui mi sento legato per sempre».

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