D'Aversa, male il piano partita. I cambi ancora provvidenziali. L'analisi post Lecce-Milan

D'Aversa, male il piano partita. I cambi ancora provvidenziali. L'analisi post Lecce-Milan
di Michele TOSSANI
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Lunedì 13 Novembre 2023, 05:00

Il pareggio col Milan lascia ancora una volta l’amaro in bocca ad un Lecce che, senza un improvvido intervento da parte del Var, avrebbe potuto festeggiare non solo la vittoria, ma anche il compiersi di una spettacolare rimonta da 0-2 a 3-2. Così non è stato e, di conseguenza, i giallorossi devono accontentarsi di un punto comunque importante, giunto al termine di una partita dai due volti. Quello del Via del Mare è stato infatti un game of two halves (come dicono gli Inglesi) nel senso che la partita ha visto un netto predominio di una squadra (Milan) nella prima parte di gara e il ritorno prepotente dell’altra (Lecce) nella seconda. Su questo andamento che, in termini pugilistici, ha assegnato un tempo per parte alle due squadre hanno contribuito le scelte di Roberto D’Aversa. Il tecnico giallorosso ha infatti deciso di affrontare il Milan a viso aperto. Anche troppo. Il Lecce ha così disputato una prima frazione dal baricentro alto (50.56m) non facendosi problemi nell’andare subito in profondità, anche a costo di allungarsi. Questo atteggiamento veniva perfettamente incontro alle caratteristiche del Milan di quest’anno, con l’allenatore rossonero Stefano Pioli che ha costruito una squadra estremamente verticale, in grado di far male ad ogni affondo sfruttando la velocità, l’imprevedibilità e le qualità in situazione di uno contro uno dei suoi elementi, in particolare i vari Tijjani Reijnders, Samuel Chukwueze, Theo Hernandez e Rafa Leao. Anche se uscito dopo pochi minuti di gara, il portoghese è stato sostituito da un altro velocista come lo svizzero Noah Okafor. In questo modo, la partita si è rapidamente trasformata in una battaglia di transizioni, con continui ribaltamenti di fronte da una parte all’altra. Esattamente quanto accaduto in settimana al Milan nella sfida di Champions contro il Psg. In quella occasione il tecnico dei parigini ebbe a definire lo scontro di San Siro una ‘partita di tennis’, con la palla che schizzava da una metà campo a quella opposta, senza che i francesi riuscissero a imporre al match il loro tradizionale controllo.

Martedì a San Siro ad avere la meglio in questa situazione tattica è stato il Milan (ma solo perché i transalpini hanno sbagliato di più). 

La prima parte di gara del Via del Mare ha finito per favorire il Milan: come un incontro di pugilato nel quale non ci si difende, chi ha il pugno più pesante ha maggiori possibilità di vittoria. E il Milan, con la qualità che ha, ha sicuramente più opportunità del Lecce di vincere in un contesto tattico aperto come quello di sabato. Sullo 0-2 la partita sembrava quindi chiusa e la decisione di D’Aversa di giocarsela a viso aperto chiaramente bocciata. Così come veniva bocciata l’idea iniziale di alzare Ramadani su Krunic in fase difensiva, lasciando Rafia accanto a Kaba. In questo modo, quando il Milan superava la prima pressione leccese poteva attaccare in campo aperto senza l’albanese ad aiutare nella gestione delle verticalizzazioni rossonere. A quel punto, sotto di due reti e con più nulla da perdere, l’allenatore dei salentini operava dei cambi che rivoltavano la squadra, aumentando la qualità e il livello prestativo in campo dei giallorossi, all’insegna di una sorta di ‘se dobbiamo giocarcela, giochiamocela’. Ecco allora che D’Aversa ha inserito Gonzalez al posto di un invisibile Rafia e, successivamente, Blin per un Kaba che si stava spegnendo, Piccoli per Krstovic e Sansone per Strefezza. La formazione pugliese alzava ulteriormente il proprio baricentro (55.97m) diventando sempre più pericolosa, con un Sansone strepitoso a guidare la rimonta dei suoi muovendosi lungo tutto il fronte offensivo. Proprio l’ex bolognese accorcia le distanze, prima del definitivo pareggio siglato da un Banda imprendibile sia per Calabria che per Musah. E, con un miglior utilizzo del Var, la rimonta sarebbe stata completa. 

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