A scuola e al lavoro in auto o in moto, così 7 cittadini su 10. E il traffico intasa la città. Il Comune: sconti bus e più rastrelliere per i dipendenti

di ​Stefania DE CESARE
Giovedì 4 Gennaio 2024, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 07:42 | 2 Minuti di Lettura

I numeri

Secondo il report, infatti, rispetto alla popolazione totale (quasi 95.000 abitanti) circa 44.000 leccesi (ovvero il 46%) si spostano giornalmente per studio (14.000, 32%) e lavoro (30.000, 68%). Di questi, 38.000 rimangono all’interno del comune e solo 6.000 vanno fuori dal territorio urbano. Gli spostamenti casa-scuola-lavoro rappresentano, quindi, meno del 40% di tutti i movimenti che le persone effettuano durante una giornata tipo ma, così come sottolineato nel Piano, “incidono in maniera determinante sulle condizioni di congestione, inquinamento e incidentalità delle nostre città, per il fatto che mediamente oltre il 70% di questi spostamenti avviene con un veicolo privato a motore (auto o moto) quasi sempre con una sola persona a bordo”. Lecce, quindi, si conferma sempre più una città ostaggio delle automobili.
Confermati anche i risultati negativi del tasso di motorizzazione: 726 autovetture e 134 motocicli ogni 1.000 residenti. Un dato che incide – e non potrebbe essere diversamente – sulla rilevazione degli incidenti registrati all’interno del territorio urbano. L'elevata densità di veicoli porta ovviamente con sé conseguenze dal punto di vista dell’incidentalità. Nel 2021, tanto per fare un esempio, nel Comune di Lecce sono stati registrati 403 incidenti stradali con un tasso di incidentalità di 4,3 incidenti ogni 1.000 residenti, superiore a quello regionale e quello italiano, con un indice di lesività (136 feriti ogni 100 incidenti) inferiore ai valori regionali. La mobilità lavorativa è caratterizzata da una sproporzionata presenza di movimenti, effettuati con il mezzo privato a motore, che si riflettono poi sulle condizioni generali del traffico cittadino, tanto da produrre inquinamento, incidenti, congestione e aggressività. In questo contesto “purtroppo destinato, probabilmente a peggiorare” vi è la necessità di una “maggior efficienza ed efficacia del sistema di mobilità – si legge nel documento - attraverso il riequilibrio modale degli spostamenti con una riduzione della congestione e una migliore integrazione tra il sistema della mobilità e l’assetto del territorio”. Una città, quindi, in balia delle quattroruote. Con l’amministrazione che da tempo cerca di correre ai ripari. A partire dagli spostamenti dei dipendenti comunali. Dalle analisi degli trasferimenti dei lavoratori di Palazzo Carafa risulta che il mezzo più utilizzato per recarsi al lavoro è l’auto privata (61%), seguita dallo scooter (11%) e dal trasporto pubblico (8%). Poco frequenti gli spostamenti a piedi (8%) e in bicicletta (8%). Dai questionari somministrati a novembre 2023 è emerso che circa il 60% dei dipendenti sarebbe disposto a cambiare le proprie abitudini verso mezzi più green. Per questo l’amministrazione è pronta a mettere in campo una serie di azioni per sviluppare la mobilità sostenibile nei percorsi casa-lavoro dei suoi impiegati, in particolare ai dipendenti che lavorano all’interno della ztl, volte a disincentivare l’uso individuale dell’auto privata favorendo l’uso del trasporto pubblico, della mobilità ciclabile e della micromobilità.

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