Tamponi di terza generazione, poca disponibilità nelle farmacie del Lazio. Federfarma: «C'è il problema dei microchip»

Tamponi di terza generazione, poca disponibilità nelle farmacie del Lazio. Federfarma: «C'è il problema dei microchip»
di Laura Bogliolo
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Sabato 8 Gennaio 2022, 11:46 - Ultimo aggiornamento: 11:49

Corsa ai tamponi di terza generazione, quelli che utilizzano l’immunofluorescenza con lettura in microfluidica, ma nel Lazio le farmacie disponibili sono pochissime. Serve un macchinario specifico (il costo si aggira sui 3mila euro) e c'è il problema della penuria di microchip. I tempi di attesa per il responso sono maggiori e i costi non dovrebbero superare i 25 euro. 

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«Il problema di avere questi macchinari è che la richiesta è tanta e l'offerta è commisurata a una situazione normale, le aziende che devono produrre questi macchinari si scontrano con la crisi dei microchip elettronici - spiega Andrea Cicconetti,  presidente di Federfarma Roma - non saprei quantificare quante sono le farmacie che hanno questi apparecchi, so che ne dovranno arrivare altri su Roma, ma al momento il problema non si pone, le indicazioni ministeriali ci dicono che questi apparecchi di terza generazione sono paragonabili ai molecolari, una circolare dell'8 gennaio 2021 parla del concetto di "prevalenza" di contagi e spiega che per determinare se una persona è positiva non è necessario fare test approfonditi.

Le circolarli sono state riprese dalla Regione Lazio che indica come per fare un esame di prima istanza è sufficiente fare l'antigenico rapido che definisce lo stato di positività, poi sarà il medico a decidere la strada per verificare la negativizzazione». 

 

Resta fondamentale anche per i tamponi di terza generazione la modalità con cui vengono fatti, «ossia ad esempio potrebbe esserci un  errore umano se il prelievo non arriva a prendere il muco all'interno delle cavità nasali, o potrebbe esserci errore del macchinario nel leggere in modo corretto il risultato». E il costo? «Si tratta di strumenti diagnostici diversi, per questi tamponi tra la preparazione, lo sviluppo e la lettura ci vogliono dai 20 ai 30 minuti, il costo di 15 euro calmierato per gli attuali tamponi ovviamente è strettissimo e vorremmo parlarne con la Regione». Su 700 farmacie a Roma, ipotizza Cicconetti, «dovrebbero esserci una quarantina di macchinari». Anche Alfredo Procaccini, vice presidente urbano di Federfarma Roma, sottolinea il problema «della scarsa disponibilità dei microchip che arrivano dall'Oriente, dopotutto sono pochissime le farmacie nel Lazio che hanno il macchinario utilizzato in via sperimentale e non sono sufficienti a coprire il fabbisogno del territorio per fare uno screening generalizzato». 

«Il tampone di terza generazione richiede un macchinario che costa circa 3mila euro e impiega il doppio del tempo per avere il risultato - spiega il dottor Giuseppe Longo, storico farmacista di piazza Vittorio, nel quartiere Esquilino a Roma - si tratta di test che vengono fatti con macchinari che con la fluorescenza individuano la quantità di anticorpi che ha il paziente con il Covid, quindi è indicativa anche della carica del Covid, ma applicare una analisi di questo tipo alla popolazione in maniera estesa significherebbe paralizzare un sistema». Ora si impiega un quarto d'ora circa per avere il responsso di un tampone rapido. E aggiunge: «Il medico resta il riferimento, il farmacista gli prepara la strada per determinare la terapia se il paziente è malato Covid o se il paziente deve essere giudicato guaribile». 

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