Vaccino, nel Lazio stop ai 65enni: si riparte dai 70enni, ecco il nuovo piano della Regione

Vaccino, nel Lazio stop ai 65enni: si riparte dai 70enni, ecco il nuovo piano della Regione
Vaccino, nel Lazio stop ai 65enni: si riparte dai 70enni, ecco il nuovo piano della Regione
di Camilla Mozzetti
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Lunedì 8 Marzo 2021, 00:17 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 07:16

Molti cittadini erano già pronti a inserire i dati per strappare un appuntamento in un centro vaccinale della Regione. Si sono dovuti però fermare dopo l’annuncio del ministro della Salute Roberto Speranza che intende estendere agli over 65 la somministrazione del vaccino AstraZeneca sul modello britannico, allargando così la platea a cui poter erogare l’“antidoto” contro il Covid-19. E così la Regione Lazio, pronta ad aprire le prenotazioni sul portale on-line per i 65enni dalla mezzanotte di ieri, ha bloccato tutto in attesa della nuova circolare. Cosa succede ora?

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LA SITUAZIONE

Ci sono due aspetti: il primo riguarda da quale classe di età si riparte, il secondo interessa il futuro dei 65enni, alcuni dei quali hanno già effettuato una prenotazione dal proprio medico di famiglia e sono in attesa dell’iniezione.

L’assessorato alla Sanità sta valutando il da farsi, Alessio D’Amato afferma: «Aspettiamo la circolare poi ci adeguiamo», ma all’Unità di crisi stanno già rimodulando il sistema. Di certo il piano vaccinale del Lazio subirà una modifica e già si sta lavorando a una strategia da mettere in campo. Se la circolare ministeriale non indicherà l’età fino a cui è possibile usare il vaccino AstraZeneca, limitandosi dunque a rendere possibile l’uso per gli over 65, il Lazio molto probabilmente farà ripartire le prenotazioni on-line dai 70enni per poi scendere, via via, con le classi d’età e lasciando l’uso dei vaccini Pfizer e Moderna per chi ha dai 71 anni in su.

 

LA RIPRESA

Il motivo? Sta tutto nelle indicazioni del vaccino AstraZeneca, non solo sconsigliato ma inutilizzabile per chi è affetto da una patologia come l’ipertensione o il diabete. La riflessione che in queste ore sta maturando all’interno dell’Unità di crisi è la seguente: se non verrà indicata un’età da cui ripartire è inutile usare questo vaccino per dei soggetti potenzialmente più fragili perché gravati da patologie specifiche a cui il farmaco non può essere somministrato. Più si entra nella fascia degli anziani più è facile trovare persone ipertese, con problemi cardiaci o legati al diabete. Motivo per cui dai 65enni si ripartirà così dai 70enni che in tutta la Regione sono 63.403. Per tornare ai nati nel 1956 si dovrà aspettare molto probabilmente Pasqua considerato il crono-programma di massima che vede due classi d’età vaccinabili alla settimana.

 

Ma che succede per i 65enni che hanno già fatto una prenotazione dal medico di famiglia? Finora con 1.384 camici bianchi impegnati nella campagna vaccinale dei nati nel 1956 presso gli ambulatori sono stati immunizzati 25 mila cittadini, quasi un terzo del totale. Molti altri prima del blocco di ieri hanno già fatto una prenotazione dal proprio medico e questi andranno avanti perché i canali - tra prenotazioni dal medico di famiglia e quelle sul portale regionale - sono separati. «Chi ha già avuto l’appuntamento dal proprio medico - spiega Alberto Chiriatti segretario regionale della Fimmg, la Federazioni italiana medici di medicina generale - verrà vaccinato». 

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