Musica e cucina: la nuova vita di caselli e stazioni ferroviarie

Musica e cucina: la nuova vita di caselli e stazioni ferroviarie
di Valeria BLANCO
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Giovedì 6 Novembre 2014, 15:39 - Ultimo aggiornamento: 17:01

Una voce registrata annuncia il treno in arrivo e una macchinetta emette e oblitera il biglietto. Capostazioni e controllori sono, per molti, un ricordo d’infanzia. Anche per abbassare e sollevare le sbarre al passaggio del treno, ormai, non c’è più bisogno della presenza umana. Per Marc Augé, stazioni e caselli ferroviari sono non-luoghi. Mandati “in pensione” dalla tecnologia, proprio spazi senz’anima rischiavano di diventare se, qualche anno fa, non avessero trovato una nuova vita che, in molti casi, è persino più entusiasmante della precedente.

Il processo di rivalutazione di questi immobili - situati nel cuore delle città, come nel caso delle stazioni, oppure in aperta campagna, come accade per i caselli - è iniziato da qualche anno. La Rete ferroviaria italiana, che su tutto il territorio nazionale ha a disposizione quasi duemila stazioni abbandonate, ne ha già affidate circa 500 in comodato d’uso gratuito ad altrettante associazioni che, in cambio, si fanno carico delle spese di ristrutturazione e manutenzione.

In Puglia - grazie a diversi bandi della Regione - sono ormai decine i caselli e qualche manciata le stazioni ferroviarie delle Ferrovie Sud-Est che si sono trasformate in laboratori culturali, centri di aggregazione giovanile, sala prove per musicisti e persino ristoranti.

Nel Salento, gli apripista sono stati gli ex ferrovieri dell’associazione “Casello 13”, che al rischio di veder ricoprire dal muschio e dalle erbacce quei luoghi ricchi di storia e memoria, anche personale, hanno detto no. In quanto ex ferrovieri, hanno potuto prendere in “affidamento”, già nel 2004, il casello di Carmiano e la vecchia abitazione del capostazione di Copertino. «Non volevamo veder morire caselli e stazioni - raccontano il presidente dell’associazione, Angelo Grassi, e uno dei soci fondatori, Pino Sansò - e allora ne abbiamo “adottate” due come sede dell'associazione.

Le abbiamo ammodernate e ripulite e oggi ospitano mostre e attività culturali».

Binario 13 si occupa della salvaguardia del patrimonio minore. Nelle stanze del vecchio casello hanno visto la luce progetti importanti come il censimento delle cappelle votive o l’elaborazione del percorso del ciclopellegrinaggio sui luoghi di San Giuseppe. Ma il tentativo costante è quello di unire queste attività con il desiderio di far conoscere i treni ai più giovani, che magari non ci sono mai saliti, e di non lasciare che le stazioni si riducano a semplici luoghi di partenze e arrivi. Fantasia e volontà non mancano. «Adesso - proseguono - stiamo recuperando tre carri merci: ci piacerebbe che la gente tornasse ad animarli, magari che ci salisse per giocare a scacchi».

Tra un corso di cucina e uno di promozione di eventi, la stazione Ics di Nardò, affidata nel 2010 all’omonima associazione, non è mai vuota. «Il nostro desiderio - spiega il presidente e direttore artistico Diego De Razza era di fare di questo casello un centro culturale per tutte le età. A qualche anno di distanza, posso dire che siamo riusciti e contiamo di continuare coinvolgendo sempre di più i giovani. A loro è rivolto il laboratorio “Come costruire il successo di una band”, che sta per partire».

Uno dei caselli diventato punto di riferimento della vita culturale della provincia è il Km 97 di Novoli, affidato all’associazione Sum. Qui, come si legge sul sito, “oltre a rosmarino, fichi e rampicanti si coltivano musica, creatività e cultura indipendente”. E infatti alla periferia di Novoli ogni sera c’è un reading, la presentazione di un libro, un gruppo che suona o una jam session improvvisata. La musica la fa da padrona, dal momento che all’interno del casello c’è una sala prove che si può utilizzare gratuitamente.

Dai caselli alle stazioni, il passo è breve: a Parabita una convenzione con la Sud-Est ha permesso all’associazione Cantieri culturali aperti di riaprire un edificio che era chiuso dagli anni ’70. «La fatica - racconta la presidente, Sonia Cataldo - è stata tanta. Ma ogni sera che apriamo la stazione e accogliamo tanti ragazzi che hanno voglia di parlare di libri, per noi è la soddisfazione più grande».

E dal momento che l’affidamento dei caselli alle associazioni che se ne prendono cura con entusiasmo e passione ha dimostrato di portare buoni frutti, più di recente la Regione ha emanato un nuovo bando per l’affidamento delle stazioni. Nove in tutto, di cui cinque nelle tre province salentine. Sebbene al momento l’affidamento sia bloccato, i progetti pronti per diventare realtà fanno immaginare uno scenario ricco e variegato.

Secondo le previsioni, infatti, la stazione di Manduria - affidata all’associazione “Naturalmente a Sud” - dovrebbe offrire un servizio di accoglienza ai giovani, agli eco-turisti, agli stranieri e ai familiari dei degenti nella vicina struttura ospedaliera. La stazione di San Pancrazio Salentino, affidata all’associazione “In opera”, dovrebbe diventare un centro polivalente per i minori.

La stazione di Pascarosa (in territorio di Ceglie Messapica) è stata assegnata in gestione al diverse associazioni. Dovrebbe diventare ciclostello e cucina-orto, con annessa trattoria con 20 coperti. La stazione di Matino andrebbe a Salento bici tour, quella di Otranto a Oikos che dovrebbe attivare una libreria sulla storia e la cultura salentina e un punto vendita di prodotti a km 0. Nella stazione di Gagliano del Capo, infine, opererà infine l’associazione Random che dovrebbe organizzare piccoli eventi.