Dagli Utin ai punti nascita: reparti sospesi per la carenza di medici

Dagli Utin ai punti nascita: reparti sospesi per la carenza di medici
di Alessandra LUPO
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Venerdì 30 Giugno 2023, 05:00

La scure che si è abbattuta sulla Asl brindisina potrebbe arrivare anche nel Leccese. Durante la riunione di mercoledì sera con i direttori generali delle aziende sanitarie, convocata dalla Regione per raccogliere le criticità nelle diverse province e nel contempo sollecitare il piano per l’emergenza estiva, il problema della carenza del personale è tornato prepotentemente in primo piano. 

La decisione


La scarsità di medici attraversa l’intera regione ma a prospettare una possibile razionalizzazione (con sospensione dei reparti) è stato il direttore generale della Asl di Lecce, Stefano Rossi. Nel vertice regionale Rossi ha infatti ipotizzato la sospensione del punto nascita di Galatina, del reparto di ortopedia a Casarano e di Pediatria a Scorrano
Obiettivo: utilizzare quelle unità per potenziare Oncoematologia pediatrica al Fazzi di Lecce e Ginecologia nell’ospedale di Gallipoli. L’ipotesi del direttore non è per ora stata formalizzata: la Regione infatti non avrebbe in animo di chiudere reparti esistenti né per ora mettere mano alla questione dei punti nascita, che metterebbe in moto le prevedibili rivendicazioni territoriali. 
La soluzione, almeno per il momento, sarebbe dunque una rimodulazione organizzativa e funzionale del personale ma sempre all’interno degli stessi plessi. Ovviamente in attesa che qualcosa avvenga in termini di risorse e interventi straordinari. 
Ieri pomeriggio in una riunione con le organizzazioni sindacali è stata illustrata la situazione: «I direttori generali devono predisporre i piani per la copertura dei turni di servizio negli ospedali che nel 118 dal 1 luglio al 31 agosto 2023 - illustra Francesco Perrone, segretario regionale Fsi-Usae -. A tal proposito, se impossibilitati a coprire i turni di servizio, potranno ridurre i posti letto, anche mediante accorpamento di reparti. Solo in presenza di effettiva carenza e impossibilità a garantire i servizi, si potrà fare ricorso a turni in prestazione aggiuntiva. In caso di mancanza di alternative - conclude il sindacalista - le aziende porranno adottare soluzioni collaborative che prevedano l’utilizzo comune di risorse professionali, secondo le modalità previste dai contratti nazionali di lavoro».

La politica


Ma da Azione arrivano le prime reazioni da parte del commissario regionale Fabiano Amati, del coordinatore provinciale di Azione-Lecce Paolo Greco e responsabile regionale Azione-sanità Alessandro Nestola: «Nell’ambito dei vari piani di emergenza in corso di redazione c’è tra l’altro il rischio di sospensione delle attività per i Punti nascita di Gallipoli, Scorrano e Galatina - scrivono -.

E tutto ciò dando una risposta competente, logica e razionale all’emergenza, seguendo criteri uniformi per tutte le Asl pugliesi. Per evitare tutto ciò e in attesa di un piano di riorganizzazione dei Punti nascita sulla base delle linee guida e dei più avanzati standard di sicurezza - proseguono -, serve la costituzione di Azienda Zero per attenuare le criticità leccesi all’interno dell’intera organizzazione sanitaria regionale».

La lunga storia di Azienda Zero


La questione di Azienda Zero, sbarcata nell’ultimo Consiglio regionale dove è stato approvata una mozione che stabilisce il carattere di urgenza da dare alla legge, è però controversa. Nel 2021 fu Michele Emiliano a vararla e la giunta nominò Giuseppe Pasqualone - attuale direttore generale degli Ospedali Riuniti di Foggia - commissario (formalmente ancora lo è). L’idea era di affidare al commissario non solo l’acquisto di beni e servizi e la gestione degli appalti nelle strutture ma anche la gestione del personale (compresi i concorsi) centralizzandola. Un passaggio che di certo semplificherebbe molte cose ma su cui esistono molte resistenze da parte delle Asl. 
Dopo la stretta sulla spesa farmaceutica e il quasi commissariamento delle assunzioni, infatti, l’autonomia di ogni singola azienda sarebbe ridotta al lumicino. Per questo l’esecutivo sembra volersi muoivere con estrema cautela, anzitutto risolvendo i problemi più urgenti. Ieri assessorato e direttore del dipartimento hanno avviato la ricognizione sulle stabilizzazioni, richiedendo alle Asl di comunicare il numero di unità di personale con contratti a termine, prossimi alla scadenza o che scadranno entro il prossimo 30 settembre e che abbiano maturato i requisiti per la l’assunzione a tempo indeterminato. 
Mentre è quasi finito il calcolo dei premi covid (già erogati ai medici del 118) e in attesa di comunicazione per i medici specializzandi e per il personale delle associazioni e di Sanità Service. La spesa totale prevista è pari a 6 milioni. 
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