L'intervista/D'Amato: «Ai turisti solo con consegne extra ma niente scambi diretti tra Regioni»

L'intervista/D'Amato: «Ai turisti solo con consegne extra ma niente scambi diretti tra Regioni»
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Giovedì 27 Maggio 2021, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 18:05

Accordi bilaterali e protocolli per vaccinare a vicenda i turisti anche in vacanza. Ipotesi di scambi di dosi anti-Covid e sistemi di reciprocità delle somministrazioni.

Il dialogo tra Regioni

Sul tema dei vaccini e dei richiami da effettuare nei luoghi di villeggiatura le Regioni non sembrano ancora aver trovato la quadra. Se c'è chi, come il governatore della Lombardia Attilio Fontana, dice no alla seconda dose in vacanza, Liguria e Piemonte fanno da sé. E sottoscrivono un memorandum per consentire ai cittadini di vaccinarsi nelle due regioni alternativamente anche durante le ferie. Sistema nel quale non crede, invece, l'assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato. «Vaccini ai turisti? Solo se il governo garantirà alle Regioni una fornitura extra da 20 milioni di dosi».


Assessore Alessio D'Amato, il tema delle vaccinazioni anche in vacanza in questi giorni è in cima alle priorità delle Regioni. E Piemonte e Liguria hanno già siglato un accordo di reciprocità per vaccinare i turisti in ferie. È ipotizzabile replicare questo modello, magari proprio tra Lazio e Puglia?


«Noi siamo amici della Puglia e guardiamo con grande favore al territorio. Ma il tema delle vaccinazioni era e resta solo uno: le dosi. Alla Regioni devono essere messe a disposizione scorte extra per effettuare questo tipo di vaccinazioni. E noi in Lazio saremmo già pronti a procedere. Abbiamo già effettuato più di 63mila somministrazioni a residenti in altre regioni, perciò non abbiamo alcun problema a procedere in tal senso».


E allora perché non garantirle anche ai turisti pugliesi in vacanza a Roma e nel Lazio, e viceversa?


«Perché le dosi devono essere garantite dal governo e non scambiate tra Regioni. E mi riferisco a forniture extra rispetto alle scorte preventivate per la campagna vaccinale. Su questo punto l'unica indicazione può arrivare dal commissario per l'emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo.

Personalmente, stimo che per procedere a tale somministrazione dovrebbero essere garantite almeno 20 milioni di dosi in più. In caso contrario, il dibattito sul tema mi sembra molto teorico».


Quindi lei non crede nel modello dello scambio tra regioni ipotizzato in Conferenza delle Regioni e dallo stesso governatore pugliese Michele Emiliano.


«Affatto. E per una ragione molto semplice: siamo a fine maggio e non conosciamo ancora il reale quantitativo di vaccini sui quali potremo contare a giugno. Di cosa parliamo, dunque? Non abbiamo neppure contezza delle scorte di J&J che riceveremo. E invece sarebbe molto importante proprio in prospettiva dell'estate poiché è un monodose e non vincola il cittadino al richiamo. E aggiungo, una regione come il Lazio che tipo di accordi dovrebbe fare? Con tutta le Regioni italiane e con i Paesi dell'Europa. E lo stesso vale per la Puglia: in base ai flussi turistici che registra dovrebbe prevedere protocolli con tutti».
Crede che il governo possa individuare una soluzione in grado di coniugare l'esigenza di proseguire con la campagna vaccinale con le richieste della Regioni, l'esigenza di ripartire del settore del turismo e le ferie degli italiani?
«Sarò onesto: credo che non se ne farà nulla. Non mi sembra che ci sia da parte del governo la volontà di garantire alle Regioni dosi supplementari né quella di impegnarsi su questo tema. Ma spero onestamente di essere smentito».
A proposito di turismo, con la stagione stiva ormai alle porte la Regione Lazio ha a disposizione le dosi sufficienti per avviare la vaccinazione degli operatori turistici?
«Le dosi che riceveremo a giugno saranno inferiori al target che ci è stato assegnato. Dovremmo avere a disposizione un milione e mezzo di dosi e ne riceveremo un milione e 300mila. E giugno inizia tra una settimana. Faccia lei i conti».
P.Col.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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