Le quasi 148 mila famiglie pugliesi al limite della soglia di povertà, secondo i dati Inps, che nel 2021 hanno patito difficoltà economiche, sono evidenze inaccettabili che impongono un cambio di passo nelle politiche regionali relative alla coesione sociale e alle diseguaglianze.
Oltretutto in queste giornate che precedono le festività natalizie l’Istat ha reso noto che nel 2020 il rapporto demografico tra giovani e anziani era di un giovane ogni 5,1 anziani. Dieci anni prima era pari al 3,8. Addirittura soltanto dell’1,1 nel 1971. Dati non recenti (2020) ma preoccupanti perché rischiano di aumentare il divario nel post pandemia.
Ciò deve far riflettere sulla indiscutibile recessione demografica in atto. La nostra società è molto diversa da quella degli anni 60-70, reduce dal boom economico anche grazie al piano Marshall, che in questi ultimi mesi troppo spesso è stato paragonato all’attuale Pnrr per la ripresa economica e sociale.
Le tensioni sociali
I disastri dell’ultima guerra avevano prodotto desiderio di casa, di famiglie da tenere al sicuro nella speranza di un futuro migliore. Oggi le preoccupazioni su cosa ci attende finiscono per renderci più prudenti: le nascite sono a saldo negativo e difatti l’età media dei genitori tende ad aumentare così come, fortunatamente, l’età media dei nonni. Restano, come accaduto in quel periodo del dopoguerra, le tensioni sociali, le diseguaglianze e una certa “disattenzione” per la qualità del lavoro e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Quasi fossero semplici parametri economici, magari gestibili con un algoritmo e trasferibili da un capo all’altro del pianeta; come semplici dati statistici o puntini sui diagrammi delle slides di qualche manager impegnato a garantire i maggiori profitti possibili.
In questa fase, tra cui anche il confronto con il Governo, più che conflitto servono coesione, concertazione, capacità di dialogo, trovare soluzioni concrete, progetto per progetto, nell’interesse di tutti.
Una proposta articolata
Oggi è indispensabile con il Governo costruire una proposta articolata come chiede la Cisl, strutturata sui singoli temi, strumento più dirompente ed efficace di tanti scioperi.
Altrettanto in Puglia la Cisl continuerà, come nei giorni scorsi con l’assessore regionale Sebastiano Leo, nell’azione di proposta sull’utilizzo delle risorse del Pnrr e sull’attività del Governo regionale incalzandolo sui temi dello sviluppo economico e della tutela sociale, soprattutto delle fasce più deboli. Tenendo ben presente i valori generali imprescindibili: la libertà, la democrazia, la giustizia economica e sociale, la tutela della persona. Attraverso essi cerchiamo di affrontare i tanti problemi concretamente con coesione, convinti che si possa ragionare e risolvere insieme. Ecco perché, senza ideologismi, così come nel Dna della Cisl, da mesi chiediamo un patto sociale, avendo aperto un confronto franco e nel merito con gli assessori regionali sui singoli temi del ‘Pnrr in chiave Puglia’. Impegniamoci tutti affinché si possa lavorare insieme guardando a un futuro migliore e di speranza.
*segretario generale Cisl Puglia