Antifiammatori e riposo, così Szumski si cura a casa. Ma il paese insorge: «Doveva vaccinarsi»

Riccardo Szumski
Riccardo Szumski
di Pio Dal Cin
4 Minuti di Lettura
Giovedì 13 Gennaio 2022, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 10:45

SANTA LUCIA DI PIAVE - Il cartello campeggia sulla porta dell’ambulatorio del dottor Riccardo Szumski: «Fino al 17 gennaio lo studio rimane chiuso per malattia. Solo per urgenze rivolgersi ai colleghi associati. Per ripetizione ricette infilate richiesta nella buca delle lettere». Il sindaco - dottore leader del Comitato che porta il suo nome e al quale fa riferimento nella Marca la galassia “free” e “no - vax” ha contratto il Covid e si sta curando a casa con le stesse terapie somministrate finora ai suoi pazienti. «Sono al sesto giorno - ha raccontato al telefono -, ho un po’ di raffreddore e raucedine, nulla di più. Cosa ho preso? Dell’antinfiammatorio sin dai primi sintomi, prima ancora di avere l’esito del tampone, per me è un dogma». Szumski ha contratto il virus durante una breve vacanza in un momento in cui molte altre voci “no - vax”, a partire dal leader dei portuali di Trieste Stefano Puzzer, hanno scoperto il contagio. Il paladino delle cure domiciliari, sul quale pende un provvedimento di radiazione dall’Ordine dei Medici contro il quale ha subito presentato ricorso, ora plaude al premier della Spagna Pedro Sanchez che ha proposto, da qui in avanti, di trattare il Covid-19 alla stregua di una normale influenza. «Io l’ho già detto tempo fa che bisognava affrontare le cose con calma, senza fare terrorismo - ha detto Szumski -. Nessuno nega le complicazioni, poi ora il virus è più contagioso e circola ovunque, ma è meno aggressivo a livello polmonare».

IL PAESE
Anche se in malattia il medico sta continuando a lavorare: «Col computer, se serve qualche prescrizione per i tamponi, non molto altro» ha spiegato Szumski.

Ma in piazza a Santa Lucia, il suo feudo ormai, c’è anche chi non lesina qualche frecciatina al primo cittadino. «Non capisco questa voglia di protagonismo - afferma una coppia -: ci sono altri tre medici in paese che hanno fatto lo stesso percorso che ha fatto lui e non si sono mai messi sotto i riflettori. Lo hanno fatto e basta. Ha preso il Covid? Succede a tanti, quello che non riesco a comprendere è questa continua sete di essere al centro dell’attenzione». 

CLIMA PESANTE
I contagi, ora, si stanno spandendo a macchia d’olio anche qui, com’è naturale. Ma in paese il clima, dicono i residenti, sarebbe pesante, proprio per questa contrapposizione continua tra vaccinati e non vaccinati. «Mi taccio, perchè poi chissà cosa mi dicono» si affretta ad allontanarsi dai taccuini una donna. «Io mi sono sottoposto a tutte e tre le tre dosi - spiega un 57enne, Paolo W. -, e credo che dovrebbero farle tutti per proteggersi. Il sindaco? Faccia quello che vuole, ma spero davvero che cambi idea perchè tante persone sono state letteralmente salvate dai vaccini». Donato Bleve gestisce l’edicola di fronte al municipio: «È successo a lui come poteva succedere a chiunque. Io ho fatto i tre vaccini dovendo gestire l’edicola. Ogni giorno sento pareri diversi e discordi su varie vicende. Alcuni protestano perchè al posto del gazebo (dove il sindaco riceve i cittadini) avrebbe dovuto esserci il presepe». «Szumski è il mio medico - conclude Alex, 33 anni -. Può capitare a tutti, ma sono convinto che il vaccino da un lato dia più possibilità di evitare il contagio, e di certo protegge dalle forme più gravi della malattia». «La cosa che mi da fastidio - aggiungono due giovani del paese - è che ora, una volta guarito, avrà il suo Green pass così come chi si è vaccinato». «Doveva dare l’esempio - aggiunga una giovane mamma -e invitare tutti a vaccinarsi». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA