Maroni indagato per le assunzioni 'facili':
"Sono tranquillo, l'inchiesta è una buffonata"

Roberto Maroni con Matteo Salvini
Roberto Maroni con Matteo Salvini
di Giammarco Oberto
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 22 Luglio 2015, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 10:14
Lui è «tranquillissimo» perché l'inchiesta è «una buffonata». Ma intanto Roberto Maroni rischia di finire a processo. E nel caso di una condanna, anche solo di primo grado, il governatore dovrebbe abbandonare la carica in applicazione della legge Severino.





La castagna giudiziaria che si abbatte sul presidente della Regione è l'inchiesta sulle presunte pressioni per far ottenere un lavoro e un viaggio a Tokyo a due sue ex collaboratrici di quando era ministro dell'Interno, Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo. Ieri il pm Eugenio Fusco ha chiesto il rinvio a giudizio di Maroni, accusato di “turbata libertà nel procedimento di scelta contraente” e di “induzione indebita”. La procura ha chiesto il processo anche per altri 5 soggetti, tra cui la società Expo 2015 spa e il suo direttore generale Christian Malangone.



Gli altri sono: Giacomo Ciriello, capo della segreteria del governatore lombardo; Andrea Gibelli, segretario generale del Pirellone; e Mara Carluccio. L'udienza preliminare si terrà il prossimo 30 settembre davanti al gup Chiara Valori, che deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio. Ma Maroni non ha dubbi: «Un giudice terzo non potrà che archiviare l'inchiesta per quello che è: una buffonata». E attacca il pm Fusco: «Sono accuse ridicole, destituite di ogni fondamento, formulate da un magistrato mosso da un pregiudizio politico e incattivito al clamoroso flop delle sue inchieste su Lega e Finmeccanica».



L'inchiesta nasce proprio da alcune intercettazioni nell'indagine su Finmeccanica. Nel mirino della procura è finita la missione a Tokyo del 30 maggio-2 giugno 2014 per promuovere l'Expo. Maroni avrebbe fatto pressioni su Malangone per far inserire la Paturzo - con cui «era legato da una relazione affettiva», scrive il pm nell'atto di chiusura indagini - nella delegazione della Regione ma a spese di Expo. Poi c'è il filone Carluccio: Maroni è accusato di aver turbato la gara per favorire l'assegnazione di un contratto di collaborazione con Eupolis, ente di ricerca della Regione, alla sua ex collaboratrice dei tempi del Viminale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA