Migranti, si cambia: addio ai Cie, espulsioni più facili. Ma c'è il caso Frontex

Migranti, si cambia: addio ai Cie, espulsioni più facili
Migranti, si cambia: addio ai Cie, espulsioni più facili
di Mario Fabbroni
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Giovedì 13 Aprile 2017, 08:44
Nuovi Centri di permanenza per il rimpatrio, taglio dei tempi di esame per le domande di asilo, eliminazione di un grado di giudizio per i ricorsi, possibilità per i richiedenti di svolgere lavori di pubblica utilità gratuiti e volontari, 19 milioni di euro per garantire l'esecuzione delle espulsioni. 

Il decreto migranti (23 articoli) firmato dai ministri Marco Minniti ed Andrea Orlando diventa esecutivo grazie al voto della Camera (240 sì, 176 contrari, 12 gli astenuti). 
La novità più evidente sta nel superamento dei famigerati Cie (Centri di identificazione ed espulsione), al cui posto saranno creati in ogni Regione i Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), 1.600 posti in tutto, preferibilmente fuori dai centri urbani e vicino ad infrastrutture di trasporto. Ospiteranno solo i migranti da rimandare in patria e già godono di uno stanziamento di 19 milioni. 

Altro punto fondamentale è il taglio dei tempi di trattazione delle domande di asilo, aumentate nel 2016 del 47% rispetto all'anno precedente (in tutto sono state 123mila). Ci sarà l'assunzione straordinaria di 250 specialisti per rafforzare le commissioni di esame delle richieste. Vengono poi istituite 26 sezioni specializzate in materia di immigrazione ed asilo presso ciascun Tribunale ordinario del luogo in cui hanno sede le Corti d'appello. Deciso peraltro il taglio dell'appello per i ricorsi contro il diniego dello status di rifugiato, che diventa ricorribile quindi solo in Cassazione. 

Ma fanno rumore le dichiarazioni di Fabrice Leggeri, direttore di Frontex (l'agenzia europea per le frontiere responsabile dell'operazione Triton): «Paradossale che le Ong facciano così tanti soccorsi di migranti in mare, circa un terzo, quando non ci sono mai stati così tanti mezzi pubblici dispiegati in mare da Ue e Italia». 
Il Belpaese è rimasto sotto pressione migratoria anche nel mese di marzo. Sempre Frontex afferma infatti che sulla rotta del Mediterraneo centrale sono passate 10.800 persone, «oltre in quinto in più» rispetto al mese precedente, portando il totale dei primi tre mesi a circa 24.250, «quasi il 30% in più delle stesso periodo del 2016». 
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