Fermo, nigeriano ucciso, l'ultrà che l'ha colpito:
"Non volevo uccidere, sono distrutto dal dolore"

Emmanuel, cartelli a Fermo
Emmanuel, cartelli a Fermo
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Giovedì 7 Luglio 2016, 13:10 - Ultimo aggiornamento: 18:48

«Amedeo Mancini è distrutto dal dolore. Non voleva uccidere e esprime la sua vicinanza a chi piange Emmanuel». Lo dice l'avvocato Francesco De Minicis, difensore dell'uomo fermato per l'omicidio del richiedente asilo. «Il mio assistito - continua - non si aspettava che il pugno sferrato al migrante avesse questo effetto, e colloca l'episodio in un contesto difensivo».
 

 


Secondo le previsioni De Minicis, l'autopsia sulla vittima «avrà un ruolo non secondario» a sostegno di questa tesi. Mancini, imprenditore agricolo con la passione per il pugilato, ultrà della Fermana diffidato per le sue intemperanze negli stadi, vive insieme ad alcuni familiari a Fermo. Sottoposto a fermo provvisorio con l'accusa di omicidio preterintenzionale sarà condotto in carcere, non si sa ancora se a Fermo o ad Ascoli Piceno.

Amedeo Mancini ha detto inoltre di «non appartenere a nessun movimento politico, di non disprezzare altre razze e di non aver avuto la volontà di uccidere» durante l'interrogatorio «analitico» a cui è stato sottoposto da parte dei sostituti procuratori Mirko Monti e Francesca Perlini. Secondo il suo legale, avv. Francesco de Minicis, Mancini è «molto dispiaciuto» e «si è pentito delle parole dette alla moglie di Emmanuel (»scimmia africana« ndr), quando pensava che i due coniugi stessero armeggiando vicino ad un'auto». Tre - nella ricostruzione del difensore - le fasi dell'episodio: la prima di insulti, la seconda di aggressione e la terza finale della reazione del suo assistito. Fatti che dovrebbero emergere nell'esame autoptico fissato domani alle 12 e 30. Mancini ha anche detto che la donna lo ha morso su un braccio, facendo vedere i segni ai pm. La lesione è stata refertata in ospedale.

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