Emmanuel, la compagna è sconvolta:
"Sotto choc, ora è sola al mondo"

Emmanuel, la compagna è sconvolta: "Sotto choc, ora è sola al mondo"
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Giovedì 7 Luglio 2016, 11:30 - Ultimo aggiornamento: 19:07
Emmanuel Chidi Namdi, il richiedente asilo nigeriano ucciso da un ultrà a Fermo, non ha potuto donare gli organi: la sua famiglia è stata decimata in Nigeria dai terroristi di Boko Haram, e la sua compagna, Chynery, non poteva dare l'autorizzazione all'espianto perché non aveva potuto sposarlo legalmente. I due infatti erano senza documenti quando sono arrivati in Italia. 

COMPAGNA SCONVOLTA Chinyery «sta male, è sconvolta, completamente sotto choc e inconsolabile per la perdita di Emmanuel». Lo dice chi assiste la giovane nigeriana che ha visto cadere il compagno sotto i colpi di un aggressore italiano, è stata trasferita dal seminario vescovile di Fermo, dove era ospite con lui, in un'altra struttura di accoglienza. «È seguita dai medici, e da alcune suore. Cerchiamo di farle coraggio, ma in Italia ormai è completamente sola, non ha parenti, nessuno». A trovarla sono andati alcuni amici conosciuti nel seminario di Fermo.

COMPAGNA: CHIEDO GIUSTIZIA Chiedo che venga fatta giustizia, giustizia nel modo migliore per mio marito». È l'accorata richiesta di Chinyery Emmanuel, la vedova di Emmanuel Chidi Namdi. Prostrata dal dolore e dallo choc e sotto sedativi, accetta di incontrare, anzi vuole parlare con i giornalisti, per raccontare la sua versione dei fatti e per invocare che sia fatta giustizia.


IL COMMENTO DI SALVINI «Chi uccide, stupra o aggredisce un altro essere umano va punito. Punto. A prescindere dal colore della pelle. Sei bianco, sei nero, sei rosa e ammazzi qualcuno senza motivo? In galera, la violenza non ha giustificazione.
Il ragazzo nigeriano a Fermo non doveva morire, una preghiera per lui». Lo scrive su Facebook il leader della Lega, Matteo Salvini. Che poi aggiunge: «È sempre più evidente che l'immigrazione clandestina fuori controllo, anzi l'invasione organizzata, non porterà nulla di buono. Controlli, limiti, rispetto, regole e pene certe: chiediamo troppo?».

 
 


ALFANO: CONFINE INVALICABILE «Sono contento di essere insieme a don Vinicio Albanesi in questo giorno di infinita tristezza, che segna probabilmente un confine invalicabile tra chi ritiene che ci siano dei valori irrinunciabili e chi invece tra i valori inserisce un razzismo che noi disprezziamo». Lo dice il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, parlando brevemente con i giornalisti prima della riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica presso la Prefettura di Fermo dopo la morte del migrante nigeriano di 36 anni, pestato da un ultrà.
 
 
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