Fermo, il fratello difende Mancini: "Tirava
le noccioline ai neri, ma lo faceva per scherzo"

Fermo, il fratello difende Mancini: "Tirava le noccioline ai neri, ma lo faceva per scherzo"
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Venerdì 8 Luglio 2016, 12:56 - Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 21:35

Da una testimonianza all'altra, le versioni su tutto ciò che riguarda l'omicidio di Emmanuel Chidi Namdi sono sempre più contrastanti. Se ieri le attenzioni degli inquirenti si sono concentrate sulle contraddittorie dichiarazioni della testimone Pisana Bacchetti, riportate dal 'Resto del Carlino'.

A Fermo in molti conoscono Amedeo Mancini, l'uomo accusato di aver pestato a morte il richiedente asilo nigeriano, ma non tutti la pensano allo stesso modo sul 39enne. C'è chi sostiene che sia un violento e un attaccabrighe, e chi invece crede che sia una bravissima persona che reagisce solo se provocata. A descrivere Amedeo, però, ci pensa chi lo conosce molto bene: il fratello Simone.

L'uomo ha raccontato in un'intervista a La Stampa del fratello: «Si parla di razzismo e fascismo, ma nessuno sa che mio fratello è comunista e non è assolutamente razzista. Lui quando vede dei neri tira loro le noccioline, ma lo fa per scherzare». Anche un amico di Amedeo lo difende: «Razzista? Uno dei suoi migliori amici è magrebino».

«Noi siamo gente che si spezza la schiena ogni giorno: io in fabbrica, lui nei campi e in fattoria. Siamo brave persone, e mio fratello non può andare allo stadio perché diffidato» - spiega ancora Simone Mancini - «Anni fa, dopo la fine di una storia d'amore, volevo farla finita e lui mi ha salvato. Quell'uomo e sua moglie potevano evitare di venire in Italia...».

Tutto qui? Non proprio. Simone Mancini si sfoga così: «Gli immigrati rubano, non è giusto che le leggi italiane li difendano. Noi italiani dovremmo venire prima, e loro non dovrebbero fare i permalosi».
L'articolo su La Stampa fa luce anche sulla dichiarazione della testimone Pisana Bacchetti, che contraddice quanto riportato dal Resto del Carlino: «La donna è giunta quando la rissa era già in corso, era in macchina e non sapeva dire con certezza chi avesse cominciato».

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