Valentina Lodovini: «La recitazione, un percorso alla ricerca di me»

Valentina Lodovini: «La recitazione, un percorso alla ricerca di me»
di Luca Uccello
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Mercoledì 26 Luglio 2023, 12:12 - Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 06:00

Non si viaggia sempre in due. Non sempre si vuole essere accompagnati. Non Valentina Lodovini.

Il suo viaggio l’ha cominciato da bambina inseguendo un palloncino rosso con dentro un grande sogno. E quel grande sogno chiamato cinema non è ancora finito. Un viaggio da fare a piedi, «assaporandolo in ogni cosa. A volte con un passo più lento, altre più veloce. Ma sempre a piedi». Perché anche lei può cadere ed è caduta. Può inciampare, rialzarsi e proseguire. Valentina sa nascondersi, difendersi e raccontarsi. Non le piace. Ma lo fa con un sorriso sincero. Spontaneo. Per nulla scontato. Complice forse un calice di Carignano del Sulcis, il tramonto su porto Flavia e la musica di Ilaria Porceddu. L’Andaras Traveling Film Festival dove è stata giurata d’eccezione trasmette la stessa sua passione. Te la regala in ogni cosa che fa. Nel lavoro, nella vita, con i suoi nipoti. Ma quello è un viaggio ancora tutto da fare. Iniziamo prima dal suo. «Il viaggio di una persona nata sotto una buona stella». Non si tira indietro. «È come se ci fossi nata dentro questo mondo. Il cinema è diventato il mio primo tutto per il tempo che ci ho trascorso insieme, per le emozioni che mi ha dato». Prima di incontrare il suo amore «niente mi faceva sentire bene». Un viaggio continuo sempre alla ricerca di se stessa. «Una certezza che c’era dentro di me è che io mi sentivo a mio agio sul palco. Molto più che nella vita». Sinceramente «non ho mai trovato “il come mai”. Ma lì sopra ho come una protezione. Una protezione di un altro essere umano, quello che interpreto. La sua vita la scegli, la fai tua senza che lo sia. La tua invece è la tua».

IL PROVINO

 E così a 19 anni la vita gli cambia. Merito di un’amica. Il suo viaggio comincia da un provino. «Mi hanno chiesto un monologo». Fatto, presa. Da lì «è cominciato tutto, il mio viaggio.

Un viaggio continuo». Spesso da sola. «È la mia natura e non ne posso rifuggire. Viaggio da solo nella mia testa perché devo scappare, perché voglio stare da sola. Ne ho bisogno. Sono una donna indipendente. Anche se ho capito che non è un bene…». Si perché «sono una persona che si mette sempre in situazioni non comfort-zone: io la copertina di Linus non l’ho mai voluta. E non la voglio». Per Valentina «è un mettersi sempre in discussione ma anche non riuscire a trovare mai pace con se stessa (sorride, ndr). Mia mamma mi diceva sempre: “Tu non hai pace”. Forse aveva ragione lei…». Già sua mamma. Quello è un viaggio speciale che continua a fare con la sua fede «sempre con me. Mi mancano tante cose di lei ma soprattutto il suo odore». Per troppo tempo «mi sono auto sabotata. Fa parte della mia natura anche se ci ho lavorato tanto. E continuo a farlo. Anche questo è un viaggio. Mi sono sentita in debito: la mia realtà ha superato il mio sogno. A volte non è stato facile accettarlo». Ora «c’è più consapevolezza, c’è più accettazione, più amore verso me stessa. Piano, piano mi prendo più cura di me. È stato un percorso prezioso che continuo a fare».

LE RADICI

Guardandosi allo specchio non si è mai sentita bella. Nemmeno dopo “Benvenuti al Sud”. Nel suo viaggio non ha mai voluto coinvolgere nessuno perché «ci tengo a proteggere la mia intimità e anche le persone che ne sono coinvolte. Lo trovo giusto». Per una come lei che prende l’aereo per andare a Londra a vedere i Blur o vola a Vienna per la prima del film di Nolan non esistono le parole “per sempre” e “mai!”. «Sono due parole a cui non credo, che mi limitano». Ma un per sempre alla fine c’è anche per lei, per Valentina Lodovini che dopo ogni suo “viaggio” torna a casa, a San Sepolcro dove è cresciuta. Lì respira le sue radici. Lì vede la sua famiglia, i suoi nipoti. È lì che c’è l’unico per sempre della sua vita. «È vero: i miei nipoti li amerò per sempre. Sono nel cuore del mio cuore. Loro mi hanno spinta a essere migliore». Ma con i suoi cinque nipoti si sente una zia imperfetta. «Vorrei essere più presente, vorrei fare un viaggio con ognuno di loro. Mi piacerebbe portarli a Parigi, la città dell’amore». E il tuo prossimo viaggio? «Ancora in Irlanda. Questa terra ha qualcosa di misterioso che mi fa stare bene…».

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