L'orco in chat: così la vita della ragazzina era diventata un inferno

L'orco in chat: così la vita della ragazzina era diventata un inferno
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Venerdì 17 Gennaio 2020, 10:18 - Ultimo aggiornamento: 10:48
COPERTINO - Piangeva a scuola. E soffriva quella ragazza di 15 anni.

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La prima vittima di adescamento. Una quasi coetanea, 13 anni, del Nord Italia, ha manifestato l'intenzione di togliersi la vita quando è diventata consapevole di essere caduta nella trappola del ricatto: ancora più foto e video di scene di autoerotismo, altrimenti l'adescatore avrebbe svelato tutto ai suoi genitori. «Dico tutto a tuo padre, ora cerco il numero. Tu non mi ami», la frase ricorrente nelle tante chat acquisite nell'inchiesta della Procura di Lecce e dei carabinieri della Tenenza di Copertino.

Una trappola in cui era caduta anche la giovane studentessa di Copertino. Anche lei pronta a vivere gioie e dolori degli amori adolescenziali. Anche lei un assidua frequentatrice dei social. Era a disagio dopo avere capire in che guaio si fosse cacciata. Una insegnante ed una compagna di classe se ne accorsero. E l'avvicinarono. Lei confessò il dramma e mostrò loro le chat con quel ragazzo che diceva di avere 16 anni ma che dalla foto (falsa anche questa) ne dimostrava 25-30, quando in realtà (ma lei non lo sapeva) ne aveva quasi 40.
«Era agitata, piangeva», raccontò l'amica ai carabinieri. Poi intervenne una professoressa ed io andai con lei in bagno. Mi confidò che avesse scambiato dei messaggi con un uomo che le aveva detto di avere 16 anni e che era colpa dell'uomo. In quei giorni piangeva sempre più spesso».
Rimase isolata, invece, la ragazza di 13 anni. Sfinita dalla pressanti richieste contestate al 40enne di Palermo: «Ho fatto tutto quello che hai voluto, non rovinarmi, ti prego. Pensa se facessero una cosa del genere a te. C'è in gioco la mia vita e a te non te ne frega un c....io mi potrei ammazzare per questo....non ce la faccio più con le tue minacce. Con te sono condannata a vvita. È una settimana che piango di continuo per colpa tua....voglio morire. Io devo andare, avevi detto che sarebbe finito. Non posso più passare giornate intere a mandarti foto. Ho già preso due insufficienze per colpa tua. Ho cose da fare e da studiare...l'unica cosa che posso fare è uccidermi perché con te non c'è via d'uscita».
Qualche giorno dopo la ragazza le scrisse l'ultimo messaggio: «Addio». Per tutta risposta l'indagato le inviò alcune delle foto che la ritraevano nuda, allo scopo di farle credere di averla sempre in pugno. Ma quella storia squallida finì lì.
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