Le preghiere al freddo in spiaggia «Il mare ci restituisca Fabrizio»

Le preghiere al freddo in spiaggia «Il mare ci restituisca Fabrizio»
di Vittorio CALOSSO
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Giovedì 7 Febbraio 2019, 19:44
«Fabrizio è un uomo forte e generoso, ha fatto una vita di sacrifici e amore per la famiglia, deve tornare da noi». La speranza di Annarita non si affievolisce. E dopo ormai oltre 48 ore di estenuanti ricerche per mare è ancora lì nella speranza di ritrovare il marito.
Dall'avamposto di Torre Vado, dal gabbiotto della Pro loco e della Polizia locale, Annarita Frisenna combatte la sua personale lotta contro il tempo. E, sorretta nell'abbraccio dei suoi cari e dei vicini di casa, dice sommessamente: «Fabrizio è un uomo forte e generoso, ha fatto una vita di sacrifici e amore per la famiglia, deve tornare da noi. E se così non sarà almeno che il mare mi restituisca un corpo sul quale piangere».
Fa freddo. Un freddo terribile. Fuori e dentro. Un gelo, solo flebili speranze. Le lacrime, il dolore, lo strazio. L'attesa infinita. Frasi lanciate con lo sguardo rivolto all'orizzonte, mentre il moto ondoso quasi accarezzare, sferzante, il litorale jonico. Poi un barlume di speranza: la notizia del ritrovamento di Fabrizio. Poi nulla. Un silenzio sospeso nel cielo plumbeo anche quello che attanaglia la città, dove le nuvole nere e minacciose non hanno lasciato tracimare nemmeno una goccia di pioggia, anch'essa attesa come quelle notizie che dal mare ancora non arrivano.
Anche nell'abitazione di via Della Costituzione, nel cuore del quartiere residenziale di San Gabriele dell'Addolorata a Gallipoli, regna il rispettoso silenzio. Mentre Annarita - una manciata di anni più piccola del laborioso e infaticabile marito - il figlio Mino, e il resto della famiglia, con le altre due figlie Sara e Aurora (il motopesca porta il nome proprio della terzogenita della famiglia Piro), sono circondate dall'affetto degli amici.
Il tempo passa, lo sconforto cresce. Ma nessuno vuole arrendersi. Sara Piro, figlia del 53enne disperso, pubblica la sua foto accanto all'amato padre e nonno esemplare. Simona Piro, sorella del pescatore disperso, ricostruire sulla battigia di Pescoluse gli ultimi istanti della infausta nottata che ha portato al ribaltamento del motopesca al largo della costa di Pescoluse: «Mio nipote ha tenuto Fabrizio a galla, aggrappato a sè per almeno un'ora, poi lo ha perso. Mio fratello ha detto al figlio che lui era l'unica speranza per salvarsi, ma poi dopo essere stati sommersi da un'onda forte si sono persi. Non possiamo far altro che continuare a sperare, siamo nelle mani del Signore».
E nella preghiera si sono riversati in tanti tra pescatori, amici, e conoscenti nella mattinata di ieri nel Santuario del Canneto. È stato il parroco dei pescatori, come viene comunemente definito, don Gigi De Rosa, a promuovere una veglia di preghiera nel santuario che campeggia la banchina dell'insenatura a Gallipoli. «Non c'è molto da dire - dice don Gigi - ho visto Mino come sempre sulla banchina e nel bar della piazzetta domenica scorsa. Abbiamo scherzato come sempre e lui aveva chiesto una benedizione per questi tempi di magra della pesca. Ora per suo padre Fabrizio e per Damiano possiamo solo pregare».
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