Lavori mai partiti e treni fermi: la metro Sud Est resta al palo

Lavori mai partiti e treni fermi: la metro Sud Est resta al palo
di Pierpaolo SPADA
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Sabato 6 Marzo 2021, 10:28


La metropolitana di superficie resta un miraggio per il Salento. Almeno per ora. A distanza di quasi due mesi dall'annuncio di Ferrovie Sud Est i lavori per l'elettrificazione della linea ferroviaria non sono ancora iniziati: cantiere mai partito, tutto fermo, nessun segnale concreto. E i pendolari, già da metà gennaio, continuano a viaggiare a bordo dei bus predisposti per sostituire i treni. È da 20 anni che se ne parla. E forse non sono ancora abbastanza.
Fse, da parte sua, si dice fiduciosa sull'imminente apertura del cantiere, ma qualcosa continua a non quadrare costringendo la stessa società a continue riunioni con le aziende aggiudicatarie dell'appalto (Ati Eredi Mercuri-Sirti) per individuare la soluzione e rompere l'impasse.


L'ultimo nodo è emerso proprio a ridosso del via, poco più di due settimane fa. Sembrava ormai fatta. Fse stava procedendo alla consegna delle aree di cantiere. E, invece, gli accordi, al momento, non si sono concretizzati. Interpellata per fornire spiegazioni, la stessa azienda ferroviaria riconduce lo stop obbligato a non meglio precisate «problematiche di ordine organizzativo con particolare riferimento a gestione, custodia e vigilanza del cantiere». Questa la sintesi dell'ufficio stampa. Che poi, però, ha aggiunto: «Trattasi di problematiche in via di risoluzione». La possibilità che già all'inizio della prossima settimana possa partire l'effettiva cantierizzazione dell'opera? Si vedrà.
Il 2023 è l'anno entro il quale il cronoprogramma stilato da Fse e Regione prevede l'ultimazione dei lavori di costruzione della metropolitana di superficie che, con l'elettrificazione, dovrebbe collegare Gagliano del Capo fino a Martina Franca passando per la mediana del Salento attraverso Maglie e Lecce. Oltre all'elettrificazione prevista sulla tratta Maglie-Otranto.


Quanto accaduto a inizio anno aveva fatto sperare che, per una volta, sarebbe proceduto tutto come da intenti. Sorprese, addirittura, la comunicazione diramata il 15 gennaio con la quale la società di trasporto annunciava l'apertura del cantiere della metro: «Da lunedì 18 sarà attivo un servizio di autobus sostituivi sulle linee Fse Lecce-Zollino e Maglie-Otranto per l'avvio dei cantieri di elettrificazione delle due tratte. Durante i lavori di elettrificazione i servizi saranno garantiti da 31 corse bus giornaliere tra Lecce e Zollino e 20 tra Maglie e Otranto».
Quelle parole furono tempestive nel senso che incalzavano, pressoché al minuto, la protesta nel frattempo esplosa tra i banchi dell'opposizione in Consiglio regionale. Il centrodestra chiedeva a gran voce alla giunta regionale di individuare i 50 milioni di euro mancati per finanziare il tratto conclusivo dell'opera (Zollino-Gagliano del Capo): una questione scottante finita sotto i riflettori anche con una serie di polemoche.
La Regione di Michele Emiliano, in quei giorni, replicava di aver già sollecitato il ministero dei Trasporti che, a sua volta, per voce dell'ex ministro Paola De Micheli, rispondendo a un'interpellanza del deputato Diego De Lorenzis, assicurava: «Per il completamento dell'elettrificazione della dorsale salentina, per un costo di 50 milioni di euro, è stato chiesto l'inserimento nel piano di riparto di cui al fondo istituito dalla legge di Bilancio 2019, da sottoporre all'esame della Conferenza Stato-Regioni».


Una somma che andrebbe a sommarsi ai 130 milioni (Fondo Coesione e Sviluppo) già stanziati e, in parte (30%), già spesi, in ordine al progetto approvato nel 2015 e rivisitato due anni dopo: una rassicurazione, insomma, giunta da Roma nei giorni cruciali dell'ultima mobilitazione lanciata dal centrodestra.
Anche il centrodestra ne prese atto. Era il 22 gennaio e di metropolitana non si parlò più fino al primo febbraio quando emerse l'elenco delle opere candidate dalla Regione al Recovery Plan attraverso una prima bozza. Tra i 167 progetti in lista, appunto, figuravano anche gli interventi di potenziamento e messa in sicurezza della rete ferroviaria di ferrovie del Sud Est: 345 milioni di euro per potenziare l'armamento ferroviario, elettrificare le linee e, tra le altre cose, completare l'installazione del sistema di sicurezza Scmt che indica il controllo marcia del treno.
Si tratta di un intervento essenziale per il funzionamento della metropolitana.

Solo in presenza del sistema Scmt, gli elettrotreni - che viaggeranno lungo la metropolitana (Etr 322) - potranno, infatti, oltrepassare i 50 km/h. Con l'elettrificazione, la sicurezza e la sostenibilità è, dunque, la velocità la grande conquista che - ancora inseguita - potrà restituire un po' di contemporaneità al Salento.


Queste le premesse. Certo, non si può eludere il fatto che, nel frattempo, il governo sia cambiato, che la De Micheli non sia più ministra e che il Mit sia stato trasformato in Mims, ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile. La formula giusta anche per l'agognata elettrificazione della rete ferroviaria salentina?
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