«Insulti e pietre contro gli agenti:
mai un messaggio di solidarietà»

«Insulti e pietre contro gli agenti: mai un messaggio di solidarietà»
di Valeria BLANCO
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Mercoledì 11 Aprile 2018, 09:15 - Ultimo aggiornamento: 11:30
Il loro motto è “Esserci sempre”. E a questo motto i poliziotti tengono fede nei centri storici pieni di negozi così come nelle periferie malfamate, negli stadi durante le partite e nelle operazioni contro la criminalità organizzata. Un lavoro ricco di soddisfazioni, ma qualche volta - come quando si è scambiati per il “nemico da combattere” - ingrato. Poi, nel giorno della Festa della Polizia, il messaggio diventa uno sfogo: mai un gesto di solidarietà.
Il questore Leopoldo Laricchia parla e ricorda che gli uomini in divisa sono prima di tutto uomini, padri e madri, fratelli e figli di una terra - la stessa terra - a cui si cerca di garantire sicurezza. Uno sfogo che arriva dopo gli ultimi mesi di tensione crescente legata alle proteste a San Basilio (incidenti compresi) durante le manifestazioni No Tap. Alla rabbia che, non di rado, è stata rivolta contro gli uomini in divisa che «nel rispetto della legge e della Costituzione» permettono agli attivisti di protestare e di farlo senza mettere in pericolo la propria e l’altrui incolumità.
«La mia gratitudine più profonda - dice Laricchia - va a coloro che ogni giorno con senso di responsabilità, equilibrio, abnegazione garantiscono l’ordine pubblico, in questa terra come in tutto il Paese».
Questore Laricchia, lei dice che non sempre il ruolo degli uomini in divisa viene compreso e qualche volta è alto il rischio di farsi male. A cosa si riferisce?
«Parliamo di uomini spesso fatti oggetto di insulti. Bersaglio di lanci di cose di ogni tipo. Vittime di aggressioni fisiche e verbali. Uomini, padri di famiglia, a cui è richiesto di mantenere comunque in ogni circostanza i nervi saldi. Uomini dai quali si pretende la capacità di saper usare la forza solo in casi estremi e con la misura richiesta al farmacista. Uomini ai quali spesso ci si dimentica di dire grazie. Perché questi uomini difendono le istituzioni che rappresentano la società civile, mettendo a repentaglio la propria incolumità personale. Questi uomini sono i poliziotti dei reparti mobili della Polizia di Stato, i carabinieri dei battaglioni mobili dell’Arma e i baschi verdi della Guardia di Finanza».
Quanto impegno assorbe la protesta No Tap?
«L’impegno è a 360 gradi, ma gli uomini sono dei rinforzi aggiuntivi rispetto agli agenti che operano normalmente sul territorio e che non sono stati distolti dalle loro attività».
Uomini e mezzi sono sufficienti per controllare un territorio vasto e complesso come il Salento?
«Uomini e mezzi sono ripartiti con criterio di proporzionalità ed equità in tutto il Paese. Il nostro Corpo ha avuto un ridimensionamento di circa 10mila unità, quindi il nostro sforzo è volto a far fronte alle criticità mettendo l’accento su un’organizzazione migliore».
 
Incendi, furti, rapine: c’è un allarme sicurezza?
«Ogni periodo ha alti e bassi: i dati della sicurezza reale non sono allarmanti, ma per varie ragioni la percezione di sicurezza è minore. Il nostro compito è adattare le nostre risposte alle esigenze dei cittadini e per questo stiamo ristrutturando l’ufficio Volanti per creare maggiore visibilità e contatto con i cittadini. A breve saranno ripristinati i turni del poliziotto di quartiere».
Ci sono elementi per dire che la criminalità organizzata sta rialzando la testa?
«I dati e le relazioni Dia parlano di una trasformazione della criminalità salentina: un’evoluzione che porta ad abbandonare le pistole e a dedicarsi alla cattura del consenso sociale e all’intimidazione sotterranea. Gli arresti degli anni ’90 hanno dato un colpo mortale alla Scu, ma l’attenzione deve restare alta e lo dimostrano lo scioglimento del Comune di Parabita e le commissioni d’accesso a Surbo, Sogliano e su altre realtà imprenditoriali. Non possiamo stare tranquilli. Incendi e danneggiamenti seguiti da incendi, ad esempio, sono in crescita e non possono essere mai sottovalutati: non possono essere tutti episodi da ascrivere a problemi sentimentali o a cattivi rapporti con i vicini di casa».
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